Il Messaggero del 19-09-2012
Disabile, l’assunzione è solo sulla carta
RIETI. Categorie protette? Sulla carta forse, ma poi la vita è un’altra cosa. Ne sa qualcosa Serena, 36 anni, diplomata e madre di famiglia che, con un’invalidità riconosciuta dell’80%, pensava di poter ambire ad uno di quei posti riservati alle categorie protette, che le aziende con più di 15 e più di 50 dipendenti dovrebbero tenere in serbo per loro. La storia la racconta lei stessa, ieri in tv, oggi al giornale: «Sono andata al centro per l’impiego e mi è stato fornito un elenco delle aziende che hanno le caratteristiche per assumere categorie protette – racconta. – In particolare, me ne è stata segnalata una alla quale ho regolarmente inviato domanda di assunzione e curriculum, come prevede la normativa. Sono passate le settimane, ma nessuno mi ha risposto. Allora ho preso il telefono e ho cercato il titolare: dopo tre giorni di rinvii, mi è stato detto che, per loro, la pratica disabili era chiusa e non perché avessero già provveduto a fare le assunzioni, ma semplicemente perché non volevano saperne. Ma se la legge lo prevede e riconosce sgravi fiscali alle imprese per assumere persone come me, perché negarci un lavoro?».
A fare propria e rilanciare la denuncia di Serena è la Cisl: «Casi come questi non sono isolati: nel chiuso delle nostre case ci sono decine di persone come Serena, che dovrebbero e potrebbero lavorare e, invece, nessuno le vuole – dice Sara Imperatori, della Fisascat Cisl. – Le aziende sono in crisi o sono insensibili a queste problematiche? Posso capirlo. Ma qui parliamo di leggi che vengono aggirate e, allora, chiedo all’ufficio del lavoro di fare verifiche capillari anche in questo campo. Il problema non è solo occupazionale, ma anche sociale: far entrare i disabili nel mondo del lavoro significa dare loro l’opportunità di uscire dalle proprie case e avere una vita sociale degna di questo nome. Le leggi che lo prevedono ci sono: cosa aspettano gli organi preposti a controllare che vengano applicate?». (A.L.)

Filed under: articoli | Leave a comment »