Ancora sulla Vita Indipendente – Vogliamo vivere, non sopravvivere!

Ancora sulla Vita Indipendente

 Vogliamo vivere, non sopravvivere!

«A chi ci dice che “tutti devono fare sacrifici” – dichiarano i rappresentanti del Comitato Lombardo per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità – rispondiamo che per le persone con disabilità grave non è semplicemente una questione di sacrifici, ma una priorità concreta, perché senza assistenza esse a volte addirittura non riescono nemmeno a sopravvivere!». Continua dunque la battaglia del Comitato per una vita dignitosa e autodeterminata

 

«Negli anni passati – si legge in una nota del Comitato Lombardo per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità, prodotta dopo l’ultima assemblea di Brescia di tale organizzazione – l’approvazione e gli stanziamenti, anche se parziali e insufficienti, per i Progetti di Vita Indipendente avevano illuso le persone con disabilità che finalmente e realmente, esse fossero accettate come protagoniste del loro progetto di vita. Infatti, con il loro necessario e vincolante finanziamento indiretto, i Progetti di Vita Indipendente consentirebbero di assumere uno o più assistenti personali, per rispondere alle proprie esigenze e garantire a chi ne usufruisce il diritto di decidere dove vivere, con chi vivere, quando alzarsi, cosa fare durante la giornata; diritti di libertà e di autodeterminazione in teoria riconosciuti ad ogni singolo, ma negati in pratica a molti Cittadini con disabilità e specialmente a quelli che hanno una condizione fisica grave».

Era stata però un’“illusione”, come viene rilevato dal Comitato, innanzitutto per il fatto che «in Lombardia vi è difformità di trattamento economico, a seconda del senso di responsabilità dei diversi Piani di Zona e dei singoli Comuni, perché non c’è alcuna forma di regolamentazione e di condizione, a parte percentuali massime di finanziamento che si è obbligati a rispettare».

Di questi tempi, poi, «la crisi economica che coinvolge il Paese sta penalizzandosoprattutto le persone con disabilità e dall’operatore sociale, all’amministratore locale, all’assessore regionale, ai diversi ministri del Governo, la frase ricorrente con cui si rigettano il dialogo, gli approfondimenti, la ricerca di soluzioni e responsabilità è quasi sempre la stessa: “non ci sono soldi, tutti dobbiamo fare sacrifici”».

Ma «per le persone con disabilità grave – sottolineano con forza i rappresentanti del Comitato – non è semplicemente una questione di sacrifici, ma si tratta di una priorità concreta perché senza assistenza esse non possono realizzarsi e a volte addirittura nemmeno sopravvivere!».
La domanda successiva è quasi conseguente: «Se non verranno finanziati i Progetti di Vita Indipendente, molte persone dovranno essere assistite in altro modo, ma come? Oltretutto una retta in comunità o in un istituto costano comunque allo Stato molto di più, rispetto a un Progetto di Vita Indipendente e soprattutto non garantiscono la libertà di compiere le proprie scelte, né la piena ed effettiva partecipazione civile, ma neppure la vera inclusione sociale».

Per tutto ciò, quindi, il Comitato intende «continuare a lottare, per difendere il diritto ad una vita dignitosa ed autodeterminata», rilanciando anche la petizione di internet, promossa recentemente, tramite la quale si intende tra l’altro chiedere all’Amministrazione Regionale Lombarda, di «istituire un tavolo di studio intorno a una legge per garantire il diritto alla Vita Indipendente alle persone con disabilità che ne facciano richiesta».

E la lotta – come si evidenzia concludendo il comunicato – sarà anche «per quelle persone malate di SLA (sclerosi laterale amiotrofica), che in questi giorni stanno riprendendo la protesta, minacciando di lasciarsi morire». «Esprimiamo a tal proposito – si legge – la nostra forte indignazione per quella vergognosa negligenza, che ha costretto persone con una patologia così invalidante a una decisione tanto estrema come questa. Un amministratore pubblico (a qualsiasi livello) che voglia essere considerato all’altezza del ruolo che ricopre, non arriva a una situazione del genere!». (S.B.)

 

 

 

 

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Sessualità: perché non se ne parla mai?

Sesso e disabilità, il film

di Sara De Carli

Proiettatoi in anteprima a Bologna un lavoro che racconta il rapporto con l’amore e il sesso di 37 persone con disabilità

Un frame di Sesso amore e disabilità

 

 

L’Auditorium Biagi, a Bologna,  era pieno. Al Festival Gender Bendere 2012 veniva proiettato in anteprima il documentario “Sesso, amore e disabilità” , un lungometraggio sulla vita sessuale ed affettiva delle persone con disabilità fisiche e sensoriali. Erano presenti anche molte delle persone intervistate in questi due anni e mezzo.  Trentasette interviste, cinquanta ore di girato, 9mila km percorsi per realizzare un progetto nato da Adriano Silanus e Priscilla Berardi, con l’appoggio del Centro Documentazione Handicap e della Biblioteca Vivente.

«In sala c’erano tante persone con disabilità o loro famigliari, ma la cosa più bella è stata la presenza di tante persone che hanno incontrato questo tema per la prima volta, attraverso il nostro lavoro e volevano approfondire l’argomento», racconta Silanus. La vita sessuale ed affettiva delle persone con disabilità è un tema messo sotto silenzio, circondato di veti, imbarazzo, equivoci, ignoranza e pregiudizi. Sporadicamente il tema fa notizia, facendo leva sulla curiosità un po’ pruriginosa e un po’ etnografica. Ma la comprensione dell’argomento è ancora lontana. «Quanto lontana non lo so», replica Silanus. «Noi abbiamo cercato di fare un lavoro semplice, non con un approccio non medico o psicologico, in modo da renderlo accessibile a tutti. Semplice ma densissimo dal punto di vista emotivo: abbiamo fatto per ciascuno un’intervista di un’ora, e alla fine nel montato ho messo 5/6 minuti».

L’elemento trasversale e ricorrente, nelle interviste, è la voglia di raccontarsi, anche su un tema così intimo, personale e delicato come la sessualità. «Siamo degli sconosciuti, l’avesse fatto Piero Angela me lo sarei aspettato, ma noi…  Invece ho trovato una grandissima voglia di far uscire un pezzo di vita che viene sistematicamente ignorato. Quello che tutti ma proprio tutti lamentano è il fatto che quando una coppia in cui c’è una persona con disabilità gira a passeggio con il partner, nessuno pensa che quello sia il partner: per tutti è la bandate o al massimo un amico. C’è invece una gran voglia di dire “io sono dentro una relazione” e di fare emergere il fatto che l’amore per le persone con disabilità sia una cosa possibile». Silanus racconta di Max, distrofico, che si definisce «un quadro di Picasso» e ha una moglie bellissima, che nessuno mai pensa come sua moglie, innamorata di uno come lui. O di Katia, una ragazza sorda, che lamenta l’«audismo» delle persone udenti, che per comunicare vogliono sempre solo sentire, anche quando a parlare sono persone sorde, e non accettano di fare quel piccolo sforzo che sarebbe necessario per socializzare e unire i due mondi. Ma anche di Domenico e Roberta (nella foto), lui in carrozzina, lei fisioterapista, dei loro giri nei centri di PMA  e delle loro difficoltà per avere un figlio: oggi però lui c’è e ha due anni.

«Abbiamo cercato di mettere in evidenza le discriminazioni, perché la sessualità non è un diritto riconosciuto, anzi è ancora qualcosa che dà fastidio. Non vogliamo far diventare tutto e tutti normali. Il nostro desiderio è quello di far accettare le differenze, quello che deve diventare comune è la diversità», dice Silanus. Il dvd del documentario arriverà a fine mese, in italiano, italiano per sordi, inglese, tedesco, francese e spagnolo. Qui il trailer  del film.

 

Abruzzo, le associazioni “festeggiano” la nuova legge per la Vita indipendente

Redattore Sociale del 19-11-2012

Abruzzo, le associazioni “festeggiano” la nuova legge per la Vita indipendente

Approvata all’unanimità, prevede lo stanziamento di 100 mila euro l’anno per finanziare progetti di assistenza personale autogestita. Per le associazioni, “un disabile ricoverato costa 9 mila euro al mese, in casa 2 mila euro. E si creano posti di lavoro”

ROMA. Si dicono “commosse” le associazioni che, in Abruzzo, tutelano i diritti delle persone con disabilità: l’approvazione unanime della nuova Legge regionale per la vita indipendente, proposta da Nicoletta Verrì e Riccardo Chiavaroli è il frutto di una battaglia che è durata oltre 5 anni. “Si tratta di una legge che abbiamo fortemente voluto, perché non si limita a concedere sostegni economici, ma permette alle persone con disabilità fisica, psichica e relazionale in situazione di gravità di essere protagoniste della propria vita e non più soggetti passivi all’interno di modelli di cura predisposti da altri e uguali per tutti”, dichiarano in una nota Nicolino Di Domenica (responsabile Movimento Vita Indipendente Abruzzo e delegato regionale della Fish), Camillo Gelsumini (presidente provinciale della Uildm), Claudio Ferrante (Presidente dell’associazione Carrozzine Determinate Abruzzo) e Simona Petaccia (presidente di Diritti Diretti onlus). “Grazie a questa norma – aggiungono – le persone con disabilità possono ora scegliere da chi e come vogliono essere assistite, concentrando presso il loro proprio domicilio quelle cure e terapie che finora si potevano compiere solo negli ospedali e nei centri di cura. In questo modo, non solo si riducono notevolmente i fondi erogati dalla pubblica amministrazione (un disabile ricoverato costa alle casse regionali fino a 9.000,00 euro al mese, mentre un assegno di Vita Indipendente equivale mediamente alla somma di 2.000,00 euro al mese), ma si creano nuovi posti di lavoro poiché il rapporto disabile-assistente diventa di 1 a 1 e non più di 1 assistente per 15 disabili”.

La legge si rivolge ai disabili gravi, residenti nella regione, con età dai 18 ai 67 anni, ed ai rappresentanti legali di questi soggetti nel caso di disabili psico-relazionali. §Concretamente, la Regione stanzierà in un apposito capitolo di bilancio un fondo annuale, che servirà per finanziare i progetti di assistenza. L’Ente, si legge nella proposta di legge, “erogherà i contributi nel rispetto delle risorse disponibili sul bilancio regionale attraverso finanziamenti annuali diretti a consentire la realizzazione di progetti di assistenza personale autogestita. Sono ammessi a finanziamento i progetti annuali di assistenza personale autogestita che migliorino la qualità della vita della persona con disabilità, riducendone la dipendenza fisica ed economica, nonché l’emarginazione sociale e che favoriscano il suo mantenimento nel proprio contesto di vita”. Per il 2013-2014, saranno stanziati 100.000 euro l’anno.

 

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QUADRARO: LA «LOCANDA DEI GIRASOLI» IN CRISI

Tratto dal Corriere della Sera

 

QUADRARO: LA «LOCANDA DEI GIRASOLI» IN CRISI

«Rischiamo il fallimento» I ragazzi down si mobilitano

Anche Marco Presta e Antonello Dose, i conduttori della trasmissione di Radio2 «Il ruggito del Coniglio», scendono in soccorso de la «Locanda dei Girasoli», trattoria-pizzeria gestita da ragazzi down. Sull’orlo del fallimento, i gestori del locale al Quadraro hanno lanciato l’allarme nei giorni scorsi: «Ci rivolgiamo al mondo delle imprese e della cooperazione, alle fondazioni bancarie, alle istituzioni pubbliche, spesso distratte o impegnate in altre direzioni, alle persone che si sentono vicine e disponibili, a chiunque insomma voglia coltivare i girasoli» per chiedere un contributo alle spese. Oggi la campagna pro-Girasoli prenderà ufficialmente il via e chi vorrà potrà inviare il suo contributo al conto corrente indicato sul sito http://www.lalocandadeigirasoli.it. Aperta nel 2008 la Locanda ha potuto contare fino a questo momento sulla sua buona reputazione culinaria, oltre che su un buon rapporto qualità-prezzo e una radicata militanza nel mondo della solidarietà. Ora tutto questo non basta più. «A causa della generale crisi che viviamo, le spese sono cresciute in maniera insostenibile e la stessa clientela ha subito un calo preoccupante, tutto ciò ha finito per ridurre il fatturato e accumulare un debito cospicuo», hanno spiegato gli organizzatori. Che però dicono anche: «Non ci rassegnamo».

 

Salute Mentale: rischio chiusura dei servizi per mancanza di operatori

n allegato la richiesta urgente d’intervento per la grave situazione dei Dipartimenti di Salute Mentale delle 12 AA.SS.LL. della Regione Lazio firmata dai Direttori dei DSM.

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pdf: COORD DIR 29 ottobre 2012

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