
Lavoro ai disabili, pronto il decreto su esoneri. Ma è rivolta: “Inaccettabile”
Dal dicastero del Lavoro le norme sulla possibilità per le aziende di non rispettare gli obblighi del collocamento obbligatorio. Fish: “E’ un attacco al diritto al lavoro”. Cisl: “Non erano questi gli accordi”. Il testo va ora in Conferenza unificata
ROMA – E’ arrivata la bozza di decreto destinata a rivedere le disposizioni sui cosiddetti esoneri parziali per le aziende obbligate all’assunzione dei lavoratori con disabilità. Il testo licenziato dal ministero del Lavoro però non piace a quanti avevano chiesto di agire per tutelare maggiormente le persone con disabilità attraverso una restrizione della possibilità di essere esonerati dagli obblighi di assunzione previsti dalla legge 68/99. E ora protestano parlando di “nuovo attacco al diritto al lavoro” e chiedendo alle regioni e alle province autonome, che analizzeranno domani 24 gennaio il testo in Conferenza Unificata, di non appoggiarlo.
Quella dell’esonero parziale è un’opportunità ammessa dalla Legge 68/19, in casi eccezionali e che consente alle aziende, in particolari situazioni, di essere parzialmente sollevate dagli obblighi di assunzione, a fronte di versamenti onerosi nemmeno troppo gravosi. “Purtroppo – fa notare la Fish (Federazione italiana superamento handicap) negli anni le maglie si sono fatte sempre più larghe, nonostante le reiterate proteste delle associazioni e del sindacato: dal nuovo decreto ci si attendeva che vi fosse un deciso intervento restrittivo e di buon senso per restituire posti di lavoro e un impiego dignitoso a migliaia di persone con disabilità ma il testo del decreto tradisce ampiamente queste aspettative”.
“Il testo del decreto – afferma il presidente Fish, Pietro Barbieri – allarga ancora le maglie degli esoneri parziali, consente nuove e più ampie scappatoie, beffando le aspettative delle migliaia di persone con disabilità escluse dal mondo del lavoro”. “Chiediamo alla Conferenza Stato Regioni, chiamata ad esprimere un parere vincolante sullo schema di decreto, di respingere il documento e – aggiunge – di chiederne una nuova e più garantista stesura: anche alle Regioni conviene contare su Cittadini inclusi al lavoro, anziché persone discriminate da affidare ai servizi sociali per interventi tristemente riparatori”.
Anche la Cisl, che era stata protagonista nei giorni scorsi del Tavolo aperto sul tema al ministero del Lavoro, protesta di fronte ad un testo che è, spiega il segretario confederale Pietro Cerrito, “assolutamente inaccettabile” e “non conforme a quanto preannunciato nel Tavolo aperto il 14 gennaio dal Ministro Fornero”. Il documento, secondo il sindacato, “va verso la direzione contraria di permettere a molte più imprese, anche senza particolari requisiti, di chiedere di essere parzialmente esonerate dagli obblighi di assunzione di persone con disabilità”. La richiesta rivolta alle regioni, alle province autonome e agli enti locali, “ma anche allo stesso Ministro del Lavoro”, è di “non approvare” tale testo in Conferenza Unificata e “consentire così che si riapra la discussione, a partire da quanto già condiviso al Tavolo”.
Nel dettaglio del provvedimento, spiega Cerrito, “il riferimento alla disciplina degli “accomodamenti ragionevoli” prevista dalla Convenzione ONU è solamente citata nel testo e non resa operativa; non vi è traccia di tutta quella serie di strumenti, a partire dalle “convenzioni di esternalizzazione”, a disposizione dei servizi per promuovere inserimenti di persone con disabilità e rendere il ricorso agli esoneri parziali solamente residuale. Ma, cosa, assolutamente più grave, – precisa – se prima un’azienda poteva essere parzialmente esonerata dagli obblighi della legge 68/99 (gli obblighi di assunzione di persone con disabilità) in caso di difficoltà legate alla faticosità della prestazione lavorativa richiesta, alla pericolosità o alla particolare modalità di svolgimento dell’attività lavorativa stessa, ora – se fosse approvato questo testo – la stessa azienda potrebbe essere esonerata anche solo in caso di “esigenze di carattere organizzativo” riferite a mansioni considerate incompatibili con l’assunzione di persone con disabilità”. Ecco perché la Cisl si dice “impegnata, insieme alle associazioni delle persone con disabilità e loro famigliari, a chiedere di bloccare questo decreto inaccettabile, frutto solo della scarsa propensione del Ministero ad un confronto vero, e a promuovere un cambiamento di approccio al tema dell’inclusione socio-lavorativa”.

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