Vita.it – Nasce il “Laboratorio delle Opportunità”

Nasce il “Laboratorio delle Opportunità”

di Redazione

Questa mattina viene inaugurato a Cologno Monzese un nuovo polo per l’orientamento e l’inserimento lavorativo di persone con disabilità psichica

 

laboratorio

 

Il nome è bellissimo, “Laboratorio delle Opportunità”. La struttura pure, completamente accessibile grazie alle donazioni di molte aziende, là dove un tempo sorgeva il centro unico di cottura della Scuola Comunale di Cologno Monzese.  Qui dentro, a partire da oggi, una trentina di persone con disabilità psichiche e fisiche fra i 17 e i 45 anni, tutti residenti nei comuni di Cinisello Balsamo, Cologno Monzese e Sesto San Giovanni, troveranno tante opportunità di interventi formativi, educativi, di riattivazione di competenze  personali e anche di orientamento al lavoro. Si tratta di un unico polo sociale, innovativo e dinamico, al cui interno le persone con disabilità e le loro famiglie potranno trovare la filiera completa dell’inclusione, dall’orientamento al lavoro.

Il Laboratorio delle Opportunità sarà gestito dalla cooperativa Spazio Aperto, che quest’anno festeggia i suoi 30 anni di attività: in questi trenta’anni ha prodotto occupazione per più di 350 persone con difficoltà, in prevalenza giovani con problemi fisici e psichiatrici, oggi ha un organico di 296 persone, di cui 93 svantaggiate e fattura 6 milioni di euro. Il Laboratorio trova spazio in una parte della struttura della ex scuola, data in concessione dal Comune di Cologno a Spazio Aperto per 19 anni, che la cooperativa ha riqualificato a scomputo dell’affitto stabilito dal Comune. Il progetto ha beneficiato del sostegno di aziende come Atena SpA, Energy Light, Gambarelli Group, Grohe, Ikea Group, Pozzi Ginori SpA e Schenider Electric SpA.

Il Laboratorio è un’occasione di rafforzamento e riposizionamento dell’offerta sociale sul territorio. L’obiettivo è quello di formare persone indirizzabili a un potenziale inserimento nel mondo de lavoro, tramite laboratori che per ciascuno partecipante al progetto puntino a dare capacità relazionali adeguate all’inserirsi in un ambiente organizzato e complesso, acquisire capacità d’apprendimento, esecuzione di un compito, monitoraggio dei risultati, acquisire o sviluppare capacità professionali, sviluppare senso di responsabilità. Fra i laboratori proposti, quello di assemblaggio, di attività sul verde e con animali in cascina, acquaticità, conoscenza del territorio.

modello spazio disponibile

 

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‘The special need’, la sessualità dei disabili in un docufilm ispirato a The sessions

The special need’, la sessualità dei disabili in un docufilm ispirato a The sessions

Una pellicola on the road che attraversa il Friuli, l’Austria, la Svizzera e la Germania. Tre amici partono per un viaggio che ha come obiettivo di colmare la “necessità speciale” di Enea affetto da autismo di fare (finalmente) l’amore. Un anno e mezzo di lavorazione, 250mila euro di budget, produzione Rai 3 e Zdf, e una distribuzione che inizierà il 2 aprile

di Davide Turrini | 24 gennaio 2014

the special need

È il The sessions italiano, anzi è molto di più. The Speciale Need, diretto dal regista udinese Carlo Zoratti, ha appena fatto il pieno di spettatori anche al Trieste Film Festival 2014 dove ha vinto il primo premio nella Sezione documentari, ex aequo con l’ungherese Szerelem Patak. “È grazie ad Enea che tutto questo accade”, scherza Zoratti con il fattoquotidiano.it. Perché l’origine di questo documentario coprodotto tra Italia e Germania, ha come tema di fondo la disabilità, ovvero la situazione particolare del suo protagonista: “Io ed Enea siamo coetanei e ci conosciamo da quando abbiamo quindici anni. Abbiamo deciso di fare questo documentario quattro anni fa, in piedi davanti alla fermata dell’autobus n°11 a Udine. Quel giorno gli ho chiesto se aveva la ragazza: io ne avevo conosciute molte, perché lui no?”.

Da questo quesito a risposta negativa nasce The Special Need, un on the road che attraversa il Friuli, l’Austria, la Svizzera e la Germania. Carlo, Enea e l’altro loro amico Alex Nazzi partono per un viaggio che ha come obiettivo di colmare la “necessità speciale” di Enea: fare (finalmente) l’amore. “Sul set eravamo in otto: noi tre, il direttore della fotografia, il fonico, i due produttori quello tedesco e quella italiana e due assistenti – spiega Zoratti – Ogni giorno Enea cambiava traiettoria e io dovevo seguirlo, accettando che fosse lui a guidarmi.

A luglio 2013 abbiamo consegnato un film finito, imperfetto, sgangherato che non parla solo di sessualità, ma di un’amicizia e di come siamo fatti noi esseri umani. Non ci dispiace che sia diverso da come ce l’eravamo immaginato all’inizio: facendolo abbiamo scoperto cose bellissime. Abbiamo conosciuto meglio Enea e anche noi stessi”.

Un anno e mezzo di lavorazione, 250mila euro di budget, produzione Rai 3 e Zdf, e una distribuzione in Italia che inizierà il 2 aprile prossimo grazie alla friulana Tucker Film (quella di Tir e Zoran): “Sarà una distribuzione concentrata in quattro giorni, un forte impatto per poco tempo in sala. Poi soprattutto al Sud, dove siamo distributivamente deboli, faremo singoli accordi con associazioni specifiche che trattano il tema della disabilità. Inoltre il film sarà in onda in prima serata sia sulla Zdf tedesca – sono coproduttori – sia sulla francese Arté”.

Le peculiarità di The Special Need sono evidenti sia a livello espressivo che a livello produttivo: “Non volevo un documentario classico. Non ho utilizzato interviste e ho usato un linguaggio da film di fiction, con più macchine da presa sempre in movimento, in modo da poter montare campi e controcampi più da storia di finzione. Mi sono infine ispirato ai film di Mike Leigh dove gli attori sono sorpresi essi stessi dalle emozioni che provano durante le riprese”.

“Poi va sottolineato come nel Nord Est ci sia un fermento produttivo notevole in questi ultimi anni – prosegue Zoratti – vengono prodotti bellissimi film friulani perché in questa regione già da tempo esiste un fondo per supportare le bozze di idee cinematografiche: se queste hanno valore vengono costruite attraverso continui confronti con workshop e partner europei finché non diventano un prodotto finito”. Infine, la disabilità del protagonista. Tema per molti facile – Enea è autistico – ma trattato da Zoratti con grande delicatezza e senza pericolo di pietismo: “Non voglio che il film venga rinchiuso nella categoria tematica in cui è immerso. Questo lavoro ha avuto modalità di svolgimento che mi hanno cambiato a livello empatico e psicologico nel profondo”.

Schermata

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