L’autolavaggio con l’80% di dipendenti affetti da autismo

L’autolavaggio con l’80% di dipendenti affetti da autismo: “È la chiave del nostro successo e vi spieghiamo perché”

Redazione, L’Huffington Post

Pubblicato: 11/02/2015 12:44 CET Aggiornato: 3 ore fa

 

Un gruppo di padri e figli lanciano un’iniziativa: un autolavaggio per aiutare la popolazione disoccupata. In realtà, si tratta di un’azienda per le persone affette da autismo. La storia dell’autolavaggio Rising Tide, in Florida, inizia nel 2013 quando la famiglia D’Eri è preoccupata perché il figlio Andrew, affetto da autismo, non riesce a trovare un posto di lavoro.

Al tempo, Andrew aveva 22 anni, anni decisivi per le persone autistiche confermano gli esperti perché trovano molta difficoltà a trovare impieghi. L’ ABC News. sottolinea che le risorse e le opzioni per gli impiegati autistici possono essere scarse, la maggior parte è costretta a vivere a casa o in istituti.

“Nelle comunità autistiche abbiamo notato che quando i ragazzi raggiungo i 22 anni è molto complicato trovare attività significative, in molti casi non gli sono neanche concesse. Nella comunità autistica la chiamiamo “caduta dai dirupi”, racconta al Nation Swell, Tom, il fratello di Andrew.

In due anni di attività, l’autolavaggio vanta 35 dipendenti di entrambi i sessi affetti da autismo, comunica la NBC News. John and Tom D’Eri recentemente hanno parlato al Nation Swell riguardo i loro piani di aumentare i loro autolavaggi, in cui l’80% degli impiegati sono affetti da autismo. 

John e Tom hanno trascorso due anni per trovare il lavoro più adatto a persone affette dall’autismo. Pensano che l’autolavaggio calzi a pennello, perché gli esperti credono che le persone con un disturbo mentale si trovino bene in un ambiente lavorativo che richieda la ripetizione delle stesse azioni.

“Abbiamo voluto costruire un esempio che spinga le altre aziende a emularci – continua Tom D’Eri – le persone affette da autismo sono formidabili in compiti e processi strutturati e garantiscono un operato di livello alto”.

Tom D’Eri decide di dar vita a questa innovativa attività come luogo di lavoro che arruoli solo autistici, per creare uno spazio che dia una possibilità alle persone, che spesso sono messe ai margini sociali a causa della loro malattia, e, al tempo stesso, che permetta di far confrontare la comunità con le loro “differenti abilità”, come lui stesso le definisce.

Tom termina dicendo al NationSwell: “Vediamo l’autismo come una vantaggio, è la nostra chiave del successo”

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