Iniziativa per via Montesanto giovedì 25 giugno ore 18

Carissimi,

girano voci inquietanti sul futuro dell’ex deposito Atac: da una parte, pochi giorni fa,  il Centro Diurno e la Comunità Terapeutica di via Montesanto hanno  ricevuto la visita improvvisa di tre funzionari dell’ATAC, che, senza nessun rispetto delle persone che frequentano o abitano il centro, hanno dichiarato che il luogo sarebbe stato a breve chiuso e sgomberato; dall’altra, un architetto mandato dalla Asl Roma E , durante una riunione della Consulta di Salute Mentale Roma E, in data 12 giugno 2015, ha riferito che l’Atac avrebbe ormai deciso  di fare nel luogo un centro commerciale.

 

Il tutto avverrebbe all’oscuro dei cittadini che tante volte, ormai da anni, hanno fatto sentire la loro voce, contraria all’uso speculativo dell’area dell’ex deposito e favorevole all’utilizzo della stessa come area verde e centro di servizi per il quartiere.  Tali richieste erano state. tra l’altro, recepite con favore, in periodo pre-elettorale, da esponenti delle attuali amministrazioni cittadine, che  avevano dato ampia assicurazione di voler tenere conto della volontà degli abitanti.

 

Per fare il punto della situazione  ed esprimere la nostra solidarietà con il CSM di via Montesanto, un gruppo di cittadini, espressione di varie realtà associative e politiche, da tempo interessate alla questione, avrebbe pensato di proporre un incontro giovedì 25 giugno alle ore 18 nei locali di via Montesanto 71 , I piano.

 

Vi prego di diffondere il più possibile questo messaggio, al fine di accorrere numerosi!

Cari saluti

 

Silvia Gnetti

Le Scienze – Creatività e follia, un altro punto di vista

13 giugno 2015

Creatività e follia, un altro punto di vista

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© Ann Summa/Corbis

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Una recente ricerca ha dimostrato un legame genetico tra la creatività e disturbi psichici quali schizofrenia e disturbo bipolare, riaccendendo il dibattito sul rapporto tra arte e follia. Uno studio condotto l’anno scorso sulla base di test psicologici ha affrontato il problema da un altro punto di vista, trovando che, mentre le inclinazioni artistiche sono effettivamente legate ad alcune caratteristiche di tipo schizoide, la loro correlazione con i disturbi dello spettro autistico è molto scarsaScott Barry Kaufman

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Per qualche ragione, la gente è affascinata dal rapporto tra follia e genialità. Pochi giorni fa, una nuova ricerca ha riacceso l’annoso dibattito sull’argomento, attirando anche l’attenzione dei media.

Lo studio mostra una correlazione tra le attività di tipo artistico e i geni che sono alla base della schizofrenia e del disturbo bipolare. Certo, si tratta di effetti molto limitati (i geni spiegano meno dell’1 per cento della variabilità nella scelta di una professione artistica), e i risultati non significano che se uno ha una malattia mentale è destinato a essere creativo (né che le persone creative sono destinate ad ammalarsi di mente).

Tuttavia, i risultati sono in linea con quelli di altri validi studi che dimostrano un reale e significativo legame tra lo spettro dei disturbi schizofrenici e la creatività artistica (si veda quiquiqui e qui). In effetti, i dati della ricerca dimostrano che le correlazioni più forti sono tra i geni alla base della schizofrenia e l’inclinazione per la musica, le arti visive e la scrittura.

Insomma, qualcosa che vale la pena di approfondire c’è. Ma che cosa esattamente?

L’anno scorso, ho condotto uno studio insieme a Julia Masters*, una brillante studentessa della Penn State University impegnata anche nelle arti visive, interessata ai possibili legami tra i vari disturbi mentali e le differenti forme di creatività. Abbiamo coinvolto 204 volontari in un’ampia serie di test cognitivi e di personalità, concentrandoci in particolare sullo spettro della schizofrenia e sullo spettro dell’autismo.

Recenti ricerche hanno affrontato il problema dal punto di vista della genomica, dello sviluppo neurologico, della psicologia, della psichiatria e della biologia evoluzionistica, e hanno dimostrato l’esistenza di eziologie parzialmente sovrapposte e cause diametralmente opposte per l’autismo e la schizofrenia. Noi ci siamo chiesti se saremmo riusciti a separare in modo sensato gli aspetti peculiari dei due spettri in un contesto non clinico e a chiarire se questi aspetti fossero legati in modo diverso alle diverse forme di creatività.

Siamo partiti dal presupposto che i disturbi mentali non sono rigide categorie. Al di fuori degli stretti confini del contesto clinico, si vede che ciascuno di noi rientra in qualche misura nello spettro della schizofrenia, dell’autismo, dei disturbi dell’umore, eccetera. Nella popolazione generale, perciò, ha più senso riferirsi a caratteristiche e comportamenti di tipo autistico o di tipo schizofrenico, piuttosto che etichettare le persone con una malattia mentale (in realtà, se potessi scegliere preferirei non etichettarle affatto).

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© Philippe Lissac/Godong/CorbisPer iniziare a delineare il quadro generale, abbiamo usato una tecnica statistica chiamata analisi fattoriale per semplificare tutte le caratteristiche degli spettri della schizofrenia e dell’autismo in un insieme più gestibile di fattori. Siamo così riusciti a ridurle a due fattori principali. Il primo fattorecomprendeva un mix di caratteristiche generalmente associate ai disturbi dello spettro autistico e di caratteristiche generalmente associate al “tipo schizoide negativo”:

  • Basse competenze sociali (“Preferisco fare le cose con gli altri, piuttosto che da solo”, “È difficile trovare nuovi amici”).
  • Affettività inibita(“Non ho un modo di parlare espressivo e vivace”, “Ho difficoltà a ricambiare cortesie e gesti amichevoli”)
  • Nessun amico intimo(“Preferisco tenere le mie cose per me”, “Tendo a stare in disparte nelle situazioni sociali”)
  • Scarsa comunicazione(per esempio, “Mi capita spesso di non sapere sostenere una conversazione”, “Quando parlo al telefono, non sono sicuro di capire quando è il mio turno di parlare”)
  • Scarsa capacità di spostare la concentrazione(“Preferisco fare le cose allo stesso modo più e più volte”, “Spesso sono così assorto in una faccenda che perdo di vista le altre”)
  • Eccesso di ansia sociale(per esempio, “Mi sento molto nervoso quando devo intrattenere una conversazione educata”, “Mi sento molto a disagio in situazioni sociali che coinvolgono persone non familiari”)
  • Scarso livello d’immaginazione(per esempio, “Quando leggo una storia, ho difficoltà a immaginare che aspetto potrebbero avere i personaggi”, “Ho difficoltà a inventare storie”).
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Pet-therapy con un bambino autistico (© AMELIE-BENOIST / BSIP/BSIP/Corbis)Abbiamo etichettato questo fattore come “disturbo dello spettro autistico (ASD)/schizotipia negativa”. È chiaro che questo fattore è di natura molto interpersonale, in accordo con una precedente ricerca che mostra che i legami più forti tra autismo e schizofrenia sono nell’ambito dei rapporti tra persone. Da notare che le voci che riguardano l’immaginazione si riferiscono a un tipo specifico d’immaginazione, quella sociale. Ci sono, naturalmente, altri tipi d’immaginazione: per esempio, quella visivo-spaziale. Il tipo d’immaginazione che viene misurata da questo test dipende molto probabilmente dalla rete cerebrale che regola “la modalità di default”, che tende a essere poco attiva nelle persone con autismo.

Il secondo fattore comprendeva un mix di caratteristiche tipicamente associate a quella che abbiamo chiamato “schizotipia positiva”:

  • Credenze bizzarre o pensiero magico(per esempio, “Credi nella telepatia?”, “Credi nell’astrologia, nelle premonizioni, negli UFO, nelle percezioni extrasensoriali o nel sesto senso?”)
  • Deliri di autoriferimento(“A volte ti sembra che gli altri ti stiano guardando?”, “A volte ti sembra di cogliere un significato particolare nella pubblicità, nelle vetrine dei negozi, o nel modo in cui le cose sono disposte intorno a te?”)
  • Esperienze percettive insolite(“Hai mai avuto la sensazione che vi sia intorno a te qualche persona o forza invisibile?”, “Quando guardi una persona o te stesso in uno specchio, hai mai visto il volto cambiare proprio davanti ai tuoi occhi?”).
  • Concentrazione sui dettagli(“Tendo a notare dettagli che altri non notano”, “Ho sempre notato schemi nascosti nelle cose”, “Sono affascinato dai numeri”) **

È chiaro che questo fattore è di natura cognitivo-percettiva. Questo risultato è coerente con un risultato precedente secondo cui la demarcazione più chiara e netta tra lo spettro autistico e lo spettro schizofrenico è nell’ambito delle funzioni cognitivo-percettive.

Infine, abbiamo scoperto tre sottoscale ugualmente rilevanti per il rapporto ASD/schizotipia negativa e schizotipia positiva:

  • Eloquio bizzarro(per esempio, “La gente a volte fatica a capire quello che sto dicendo”)
  • Comportamento strano o eccentrico(per esempio, “La gente a volte commenta i miei manierismi e le mie insolite abitudini”)
  • Sospettosità (per esempio, “Sono sicuro che mi parlano alle spalle”) Certamente, la natura del discorso diverso tra gli spettri: nella schizofrenia il discorso è più vago, circostanziato, metaforico o troppo elaborato, mentre nell’autismo è più legato ad anomali comportamenti di comunicazione non verbale, con compromissione nell’uso dei segnali non verbali e del linguaggio del corpo (per esempio, il contatto visivo).

Nella tabella seguente sono elencati i diversi fattori e la loro importanza relativa:

Fattori ASD/Schizotipia negativa Schizotipia positiva
Basse competenze sociali 0,844 -0,68
Affettività inibita 0,811 0,266
Nessun amico intimo 0,779 0,236
Scarsa comunicatività 0,736 0,228
Scarsa capacità di spostare la concentrazione 0,712 -0,72
Eccesso di ansia sociale 0,708 0,278
Scarsa immaginazione 0,596 -0,81
Eloquio bizzarro 0,576 0,580
Sospettosità 0,537 0,572
Comportamento strano o eccentrico 0,454 0,477
Concentrazione sui dettagli -0,55 0,490
Credenze strane o pensiero magico -0,91 0,728
Deliri di autoriferimento 0,256 0,811
Esperienze percettive insolite 0,140 0,842

In termini di personalità, la schizotipia positiva è stata associata con l’apertura alle esperienze, mentre l’ASD/schizotipia negativa era più legata a nevrosi, introversione, sgradevolezza e scarsa coscienziosità. Il rapporto tra schizotipia positiva e apertura alle esperienze è in linea con altre ricerche che mostrano un forte legame tra apofenia (la tendenza a vedere schemi che non esistono nella realtà, un sinonimo per schizotipia positiva) e apertura alle esperienze. Il rapporto molto forte tra lo spettro autistico e lo spettro dell’introversione ricorda la controversa ipotesi di Jennifer Grimes secondo cui introversione e autismo possono essere collocati nello stesso spettro.

Personalità ASD/Schizotipia negativa Schizotipia positiva
Nevrosi 0,600** 0,208**
    Ritrosia 0,624** 0,178*
    Mutevolezza 0,479** 0,209**
Gradevolezza -0,367** 0,001
     Compassione -0,432** 0,128
     Gentilezza -0,158* -0,172*
Coscienziosità -0,350** -0,73
    Industriosità -0,510** -0,117
    Metodicità -0,74 -0,003
Estroversione -0,728** 0,115
    Entusiasmo -0,685** 0,85
    Assertività -0,612** 0,118
Apertura/intelletto -0,412** 0,203**
    Intelletto -0,401** 0,022
   Apertura -0,295** 0,313**

Passiamo delle scoperte sulla creatività. Chi aveva ottenuto i punteggi più alti nella schizotipia positiva tendeva ad avere punteggi più alto nell’autoefficacia creativa, nell’identità personale creativa e nel concetto di sé creativo. Coloro che avevano ottenuto un punteggio più alto nell’ASD/schizotipia negativa hanno mostrato una tendenza opposta. Da questi dati, è chiaro che le persone con caratteristiche di tipo autistico tendono a considerarsi non particolarmente creative. La creatività non è un aspetto centrale della loro identità come lo è per le persone con caratteristiche di tipo schizofrenico.

Identità creativa ASD/Schizotipia negativa Schizotipia positiva
Autoefficacia creativa -0,454** 0,169*
Identità personale creativa -0,373** 0,186**
Concetto di sé creativo -0,443** 0,187**

La schizotipia positiva, inoltre, era correlata positivamente all’attività artistica, mentre l’ASD/schizotipia negativa era correlata negativamente. Sembra quindi che le persone collocabili nello spettro autistico non siano così interessate o motivate a impegnarsi in attività artistiche come quelle collocabili nello spettro della schizofrenia. Ciò è coerente con lo studio genetico già citato, secondo cui il rapporto più forte era tra geni schizofrenici e attività artistica.

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© Bettmann/CORBISQuesti risultati mi fanno pensare che i geni che collegano la schizofrenia alla creatività artistica influenzano la produzione e la funzione della dopamina, tenendo conto del ruolo della dopamina nell’esplorazione conoscitiva. In particolare, sembra che una produzione insufficiente oppure troppo elevata di dopamina danneggi la produzione di idee creative. La creatività artistica è associata alle persone costantemente sovraeccitate, che hanno bisogno di uno sfogo per esplorare una vasta gamma di idee, sensazioni ed emozioni. Questo può anche essere il motivo per cui si nota un legame tra disturbo bipolare e creatività: ipomania e produzione di idee sono associate positivamente tra loro e con la produzione di dopamina (vedi quiqui e qui).

Ciò non significa, tuttavia, che l’unica forma di creatività che conta sia quella che si esprime attraverso l’arte. Infatti, questi studi che si concentrano troppo sulla creatività artistica rischiano di ignorare la creatività in altri campi, quali la biologia, la fisica, la matematica, gli affari e o le attività umanitarie. ***

Naturalmente, queste sono solo tendenze generali. Ci sono molti appassionati d’arte con alti punteggi nello spettro autistico e molte persone con punteggi alti nello spettro della schizofrenia che amano le scienze. Inoltre, è possibile avere alti punteggi in entrambi gli spettri: esistono individui che possono cogliere il meglio di tutti e e due i mondi: la concentrazione sui dettagli, la passione per singoli ambiti d’interesse, l’anticonformismo sociale, l’immaginazione e la possibilità di accedere a stati di coscienza alterati. Si ritiene che molti geni – tra cui Einstein, Mozart, Newton, Darwin e Michelangelo – abbiano attraversato, per così dire, i confini di tutti gli spettri, mostrando tutte queste caratteristiche. Quindi sì, i creativi hanno menti disordinate. Ma questo non significa certo che abbiano avuto una malattia mentale. Ecco perché le persone stravaganti spesso sono quelle che cambiano il mondo.

———————————————

* È possibile scaricare il poster di Julia qui.

** E facile immaginare che una persona con forti tratti di tipo schizofrenico possa prestare attenzione ai dettagli per un motivo completamente diverso da quello che porterebbe una persona con forti tratti di tipo autistico a considerare gli stessi dettagli! Le persone con alti punteggi nello spettro schizofrenico possono notarli perché vedono tra loro mistiche connessioni numerologiche, mentre una persona nello spettro autistico potrebbe essere affascinata da numeri e schemi in cui vede un senso matematico molto ben strutturato.

*** È interessante notare che nel nostro campione lo spettro autistico non è stato associato con il successo creativo nel campo delle scienze: si tratta di un risultato atteso, in accordo con risultati precedenti. Forse questa mancanza di una associazione tra lo spettro autistico e il successo scientifico è dovuto alla natura del nostro campione: forse i soggetti non avevano l’età sufficiente per aver raggiunto alti livelli di successo).
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L’autore
Scott Barry Kaufman è direttore scientifio dell’Imagination Institute del Positive Psychology Center dell’Università della Pennsylvania.

(La versione originale di questo articolo è apparsa su scientificamerican.com il 10 giugno. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati)

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