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da HealthDesk.it
LA PROPOSTA
Una nuova legge per la salute mentale. Più accogliente, più giusta
redazione, 5 Aprile 2016 11:32
Rendere i servizi di salute mentali luoghi più caldi e accoglienti. Valorizzare l’esperienza di utenti e familiari. Offrire a chi soffre di disagio psichico, a partire dalla crisi, un sostegno pronto, adeguato e dignitoso. Ridurre i ricoveri in quelle strutture residenziali che assomigliano spesso ai vecchi manicomi.
Sono questi alcuni propositi contenuti nella proposta di legge 2233, firmata da un gruppo di parlamentari di Partito Democratico e Scelta Civica che verrà illustrata in un incontro di presentazione aperto al pubblico il 7 aprile prossimo alla Camera dei Deputati. Con il titolo “L’Italia che cambia. Una nuova legge per la salute mentale più accogliente, più giusta” il convegno sarà l’occasione per riflettere sul tema della salute mentale e presentare il nuovo provvedimento.
A distanza di 38 anni nasce l’esigenza di proseguire il percorso della Legge Basaglia colmando però le lacune di un servizio che non è stato all’altezza delle aspettative e che hanno impedito alla famosa legge 180 di diventare qualcosa di più di una rivoluzionaria dichiarazione di intenti.
«L’altro aspetto fondamentale della Legge Basaglia – dicono i firmatari della nuova proposta di legge – che prevedeva la cura dei pazienti sul territorio, è stato applicato a macchia di leopardo. Senza una strategia unitaria. Con evidenti differenze da città a città, da provincia a provincia, da regione a regione. È proprio qui che vuole incidere la nuova proposta di legge, facendo in modo che tutti i Servizi di salute mentale forniscano cure dignitose».
In dettaglio, la proposta di legge, nata come proposta di d’iniziativa popolare promossa dall’associazione Le Parole Ritrovate, contiene alcuni punti chiave per riformare i servizi di salute mentale.
Si parte dagli Utenti e Familiari Esperti (Ufe), figure nate all’interno del Servizio di salute mentale di Trento, ma diffuse attualmente in altre zone d’Italia e in alcuni paesi esteri. Sono riconosciuti e retribuiti, hanno un ruolo specifico al fianco di medici e operatori e possono dare accoglienza e sostegno ai pazienti sin dalla prima accoglienza. Inoltre la legge prevede una serie di interventi, tra cui la condivisione tra utenti e familiari dei “patti di cura” e l’istituzione di una figura di un Garante a fare da mediatore imparziale. E poi, l’organizzazione di soluzioni abitative che puntino sull’autonomia e sulle risorse degli utenti. Nel documento è indicato anche ciò che non si vuole, o che si vorrebbe evitare il più possibile: i ricoveri obbligatori devono essere l’ extrema ratio, solo dopo averle provate tutte, le persone non devono essere stigmatizzate nella società e nei reparti dove sono ricoverate vanno rispettate e non legate ai letti.
«Ascoltando molti medici, operatori, utenti, familiari – spiega il primo firmatario Ezio Casati deputato del Partito Democratico, ci siamo resi conto che in alcune zone del Paese la Basaglia deve ancora essere definitivamente attuata. Questa proposta intende fornire gli strumenti per promuovere cure dignitose sul territorio, valorizzando esperienze positive già in atto in alcune realtà e mirando ad una diminuzione di costosi ricoveri in strutture di lungodegenza che non servono a curare ma a separare le persone dalle loro comunità».
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