Iniziativa 1 GIUGNO 2016 alla PISANA

Oggetto: Iniziativa 1 GIUGNO 2016 alla PISANA

L’appuntamento è previsto davanti alla sede del Consiglio regionale del Lazio in via della Pisana, 1301 mercoledì 1 Giugno intorno alle 9:30

In allegato il file contenente l’iniziativa in oggetto con preghiera di divulgazione e partecipazione.

Saluti cordiali a tutti.

 

Consulta DSM Roma3

Il Presidente

Eugenio Ricci

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30 maggio CONCA D’ORO ROMA nasce un nuovo gruppo d’auto mutuo aiuto.

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Iniziativa del 1 giugno 2016

Buon giorno a tutti,

La manifestazione è spostata al 1 giugno a causa dello sciopero della Funzione Pubblica.

Vi allego il comunicato/volantino che vi prego di far girare

A presto!!!!

Elena

documento

U F E 27 Maggio

Da: affigi@libero.it [mailto:affigi@libero.it]
Inviato: lunedì 16 maggio 2016 00:33
A:

Oggetto: U F E 27 Maggio

 

Carissimi

VENERDI  27 MAGGIO

CECCHINA ( Albano Laziale )

         7^ Giornata Nazionale della   RETE degli  U F E  ( Utenti Familiari Esperti )

L’Incontro mette a confronto le esperienze che si stanno sviluppando in molte Regioni del nostro Paese e sarà l’occasione per conoscere molte nuove realtà. Invio alcune indicazioni per raggiungere Cecchina ed in allegato trovate il Programma dell’intera giornata.

Un saluto

Giovanni Fiori

 Come raggiungere CECCHINA ( Albano )

In AUTOMOBILE

Per arrivare in automobile a Cecchina si prende la Via Appia Nuova in direzione di Albano, a Frattocchie al semaforo, sulla destra, si dirama la Via Nettunense  percorsi Km 8,5  si arriva a Cecchina.

Percorrendo il GRA si esce sulla via Appia Nuova si prende la direzione per Albano ed al semaforo di Frattocchie, sulla destra, inizia la via Nettunense, percorsi Km 8,5  si arriva a Cecchina.

In TRENO

Dalla stazione di Roma Termini per Cecchina ( direzione Velletri)  a partire dalle ore  8,28 c’è un treno  ai 28 minuti di ogni ora. C’è anche un treno alle ore 12,00 esatte. In 36 minuti si arriva a Cecchina.

Ritorno da Cecchina ci sono treni alle ore: 13,20 – 13,48 – 14,20 – 15,19 – 15,51 – 16,19 – 16,51 – 17,19 – 17,51.

Prezzo FS per ogni tratta € 2,10

Dalla Stazione FS  alla Parrocchia S. Filippo Neri circa m. 600

In PULLMAN

Dalla stazione della Metro A  – Anagnina, ci sono Pullman COTRAL alle ore 9,00 – 9,45 – 10,30 – 11,30 – 12,40 -12,45 – 13,30

Ritorno Da Cecchina alle ore  14,04 – 14,49 – 15,15 – 15,34 – 16,09 – 16,34 – 17,37 – 17,52.

Ci sono anche altri orari con cambio ad Albano, Chiedere sempre alla partenza alcuni orari sono concomitanti. Tempo di percorrenza minuti 30/40.

Prezzo COTRAL € 1,30 a tratta

AVVISO . Nel recarsi alla palina di partenza, occorre tener presente che per fattori legati alla variabilità del traffico ed alla possibile assenza di slarghi per l’attesa, l’orario di transito previsto potrebbe subire variazioni, anche in anticipo.

C  O  T  R  A  L  : Call center – 800 174 471

 

Flyer settimo incontro Ufologico_feb16

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Salute Mentale nel Lazio – RetiSolidali Intervista Nadia Boccara, presidente Habita

SALUTE MENTALE NEL LAZIO, AL CENTRO LA PERSONA O IL PROTOCOLLO?

 

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Il Decreto 188 del 2015, i tagli, gli accorpamenti delle Asl e la salute mentale domani a Roma in un convegno. Intervista a Nadia Boccara, presidente Habita

Spending review e salute mentale: il Decreto 188 del 2015 sulla “Ridefinizione dell’offerta complessiva di posti letto nelle case di cura neuropsichiatriche e valorizzazione delle nuove tariffe”, che contiene “Nuove disposizioni al fine di uniformare standard organizzativi e gestionali delle strutture residenziali e semiresidenziali psichiatriche”, gli accorpamenti delle Asl, i provvedimenti amministrativi, i tagli hanno riaperto, nel Lazio, la discussione sui temi del disagio mentale e della salute mentale territoriale.
L’associazione Habita, insieme a Oltre le barriereImmensa…mente e Insieme con te, ha organizzato per domani 14 Maggio 2016 un convegno sul tema, “Quali interventi per la salute mentale: dalla centralità della persona alla centralità del protocollo?”. Ne abbiamo parlato con Nadia Boccara, presidente di Habita.

 

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Perché questo convegno? Quali sono gli obiettivi, le questioni aperte?
«Con questa iniziativa intendiamo aprire un confronto con la Regione Lazio a seguito dei provvedimenti introdotti con il Decreto 188 del 2015. Intendiamo, in particolare, porre alla Regione alcune domande, per le quali speriamo di ottenere delle risposte. La spending review, seppur necessaria, ha comportato, infatti, tagli indiscriminati in un settore delicato, quale quello della salute mentale. E ha sollevato, già ad un anno dal Decreto 188 del 2015 , diverse criticità. Ci chiediamo, quindi, e intendiamo chiedere ai rappresentanti della Regione Lazio che interverranno al convegno, quale sarà il destino dei servizi presenti sul territorio e degli utenti».

Ci può fare degli esempi concreti?
«Pensiamo al centro di via Montesanto, a Roma, dove abbiamo lavorato da tempo. Al pian terreno c’era il Centro di salute mentale, dove il personale medico si occupava di erogare i farmaci, mentre al primo piano c’è una Comunità terapeutica riabilitativa. Al suo interno c’è il Centro diurno, dove gli utenti svolgono numerose attività. Tutto nello stesso stabile, quindi, come in altre realtà. L’utente che si rivolgeva al Centro di salute mentale per assumere la terapia, aveva, quindi, il punto di riferimento della Comunità terapeutica e poteva frequentare il Centro diurno. Ora il Centro di salute mentale è stato accorpato a via Plinio, mentre la Comunità terapeutica e il Centro diurno continuano ad essere operativi in via Montesanto, anche se bisogna vedere dove andranno a finire. Questo accorpamento ha finito per interrompere una sinergia nella presa in carico e nella cura, che, nel tempo, aveva prodotto una serie di buone prassi e aveva portato gli utenti a costruire una relazione di fiducia con i medici e gli operatori».

 

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Quali sono le conseguenze di questo accorpamento?
«Molti dei pazienti che prendevano le cure nello stesso stabile dove poi svolgevano la parte riabilitativa non possono andare da soli presso il Centro di salute mentale di Via Plinio per assumere i farmaci, né hanno più l’accompagnamento che veniva assicurato dalle Asl. È accaduto che ci venisse chiesto di accompagnare noi gli utenti ad assumere la terapia, di avere un ruolo di sostituzione in un ambito in cui i ruoli devono essere, invece, ben definiti. Senza contare che, se gli utenti accettano di essere accompagnati dagli operatori addetti a farlo e di prendere i farmaci da chi è deputato a somministrarli, non li accettano allo stesso modo da una madre. Di qui le domande che vogliamo porre alla Regione Lazio: questo Decreto ha accorpato burocraticamente le Asl, ma questo accorpamento amministrativo come viene a coniugarsi con gli obiettivi terapeutici e gli interventi sugli utenti e sul territorio? Non c’è il rischio che, di nuovo, si ricominci ad incanalare gli utenti in base alla diagnosi, invece di continuare a formarsi in gruppi diversificati in cui c’è anche una funzione dei familiari che lavorano con gli operatori?»

Poi c’è la questione degli appartamenti protetti…
«Habita nasce nel 2014 da un insieme di gruppi di familiari e utenti che si sono formati fin dal 2005 nei gruppi di lavoro e di auto analisi, creando rete intorno agli utenti e ai familiari stessi in una logica non di semplice rapporto utente-psichiatra, ma di gruppi multifamiliari. Abbiamo sempre parlato di “utenti”, mai di “pazienti” perché abbiamo sempre considerato le persone con disagio mentale nella loro complessità, non identificandole mai con la patologia o il sintomo. È seguendo questa logica che abbiamo sempre collaborato con le Asl e il Municipio Roma 1. È secondo questa stessa logica che ci occupiamo di appartamenti protetti, nati da dieci anni a questa parte. Al loro interno è necessaria la presenza di operatori riconosciuti dalle Asl – pagati dalle stesse Asl e da alcune cooperative – che si occupino di seguire gli utenti, di assicurare la realizzazione dei progetti personalizzati costruiti sulle necessità di ciascuno. Con il taglio delle sovvenzioni questi operatori vengono a mancare: se è importante formare e far lavorare gli utenti per garantir loro una sempre maggiore autonomia, ma anche monitorarli, come si farà negli appartamenti? Chi si occuperà del contenimento? Allo stesso tempo gli psichiatri vanno diminuendo a causa di un turn over non rinnovato. Come faremo a far vivere con l’aiuto della sanità pubblica questi appartamenti? E poi c’è il tema della riduzione delle comunità pubbliche, in cui gli utenti non possono, evidentemente, rimanere a vita. Il Decreto, infatti, prevede una permanenza di un anno, ripetibile per un altro anno».

 

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Come immaginate, quindi, il futuro?
«Noi ci siamo da sempre organizzati per fare rete e abbiamo assistito al consolidarsi di tante buone pratiche che hanno fatto emergere risorse anche inaspettate degli utenti. Ora le questioni che restano aperte riguardano l’accesso alle cure, la semiresidenzialità, i tagli al personale di accompagnamento e al turn over degli operatori. Dato tutto questo, ci chiediamo quali saranno i percorsi riabilitativi futuri. Vogliamo appiattire l’utente sulla sua diagnosi o tenere conto della sua storia, delle sue relazioni? I tagli sono necessari, ma bisogna vedere dove tagliare, soprattutto se si parla di salute mentale. In futuro esiste l’intenzione di creare una Conferenza regionale sulla Salute mentale. Dopo il convegno ci rivedremo anche con altre associazioni. Ora abbiamo lanciato un sasso nello stagno, speriamo che da questo nascano molti cerchi concentrici di collaborazione».

Durante il convegno saranno presentati un documento di apertura – che ha l’obiettivo di denunciare le criticità attuali e difendere, d’altro canto, le buone pratiche costruite nel tempo – e una mozione di chiusura, con la quale verranno avanzate le richieste conclusive. Reti Solidali vi dedicherà un approfondimento a convegno concluso.

In copertina: Wassily Kandinsky – “Impression III (Concert)“, 1911

 

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Giornalista pubblicista, lavora nell’area comunicazione e promozione del Cesv. Da sempre divisa tra “Pulp fiction” e “Cenerentola”, ama l’imperfezione. Il suo impegno è educare i suoi bimbi all’amore per la vita e per le pagine di un buon libro

 

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Giovani con disturbi psichici realizzano monili. E conquistano un noto designer

Giovani con disturbi psichici realizzano monili. E conquistano un noto designer

Oggetti di bigiotteria realizzati dai giovani con problemi di salute mentale: succede a Firenze, grazie al Progetto Itaca. Molti di questi gioielli hanno conquistato un noto designer fiorentino, con all’attivo collaborazioni con Valentino, Gucci e altre griffe internazionali

12 maggio 2016

FIRENZE – I ragazzi con problemi di salute mentale diventano artigiani e realizzano oggetti di bigiotteria. Succede a Firenze grazie al Progetto Itaca. Il Club Itaca si fonda sull’idea che non si esce dalla malattia rinchiudendosi in casa o in strutture sanitarie dove le relazioni si esauriscono nella dialettica medico-paziente: è un posto dove chi fa i conti con un disagio psichico frequenta una sorta di palestra di vita, riacquista la fiducia in se stesso e negli altri, può esprimere le proprie paure e le proprie potenzialità. Comprese quelle artigianali.

I ragazzi, infatti, partecipano alle attività quotidiane di gestione del Club e frequentano corsi professionalizzanti. Come quello di bigiotteria, che ha avuto un tale successo da diventare un laboratorio permanente. Collane, spille e bracciali nate dalla creatività dei soci di Itaca hanno conquistato anche un noto designer fiorentino, con all’attivo collaborazioni con Valentino, Gucci e altre griffe internazionali. Tant’è che in un prossimo futuro dal “laboratorio Itaca” potrebbe sbocciare una linea di gioielli da commercializzare.

Non si tratta della prima esperienza di questo tipo: già l’anno scorso i soci del Club Itaca avevano seguito un corso di restauro per poi mettere all’asta un antico mobile ripristinato sotto la guida di una professionista del settore. Tra gli obiettivi di Progetto Itaca Firenze c’è quello di creare una vera e propria Job Station per inserire nel mondo del lavoro le persone che soffrono di un disturbo mentale – ad oggi ancora molto discriminate in questo ambito – come è già successo in altre città d’Italia.

© Copyright Redattore Sociale

 

collane

 

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Manifestazione

Da: Arap [mailto:arap@arap.it]
Inviato: lunedì 9 maggio 2016 17:07
A: Arap
Oggetto: Manifestazione

 

E’ in fase di organizzazione una manifestazione alla Pisana, sede della Regione Lazio, per il giorno 27/5/2016 per protestare contro la politica dei tagli alla salute mentale e in particolare contro i recenti  provvedimenti di Zingaretti.

La manifestazione è promossa dalle seguenti associazioni della Consulta Dipartimentale per la salute mentale della ASL ROMA 3:

Onlus Finalmente libera

ARAP

Volontari in onda

AIDA

ARESAM

L’Aurora

 

Le Associazioni che vogliono aderire possono contattare l’ARAP      indirizzo mail    arap@arap.it    Tel. 06.8553804

 

 

A.R.A.P.

Associazione per la Riforma dell’Assistenza Psichiatrica

Via Nomentana, 91

00161 Roma

tel-fax 06.8553804

arap@arap.it

www.arap.it

dalla Centralità della Persona alla Centralità del Protocollo?

Vi ricordiamo l’appuntamento di sabato prossimo e vi inviamo la versione aggiornata del programma del convegno.

Brochure A4 – Convegno Salute Mentale (mail)

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“La pazza gioia” – Un piccolo viaggio nel grande mondo della salute mentale

La pazza gioia, il nuovo film di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti: “Un piccolo viaggio nel grande mondo della salute mentale”

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Tratto da un soggetto originale di Virzì che lo ha sceneggiato con l’amica di sempre Francesca Archibugi, il film ha i toni della “commedia avventurosa, farcita di realismo e di trip psichedelici” (Virzì dixit): verrà presentato a Cannes il 14 maggio, mentre sarà distribuito in 400 sale a partire dal 17 maggio

 

Lo definisce “il nostro piccolo viaggio nel grande mondo della salute mentale”, ma il suo La pazza gioia racchiude tanto altro. E felicemente.  Selezionato alla Quinzaine des Realisateurs – “accanto al “monumento” Bellocchio e al “nostro studente”Giovannesi” si diverte a definirli il regista livornese – il nuovo film di Paolo Virzì percorre le orme del disturbo psichico attraverso le geografie mentalmente parallele di due donne affette da psicopatologie, entrambe ospiti di una struttura terapeutica nella campagna pistoiese.

Se Beatrice (una sempre più straordinaria Valeria Bruni Tedeschi) è una bipolare chiacchierona, compulsiva e megalomane, Donatella (un’efficace Micaela Ramazzotti) è affetta da depressione maggiore ed è il suo esatto opposto.Diversamente fragili, instaurano un’amicizia complice fatta di codici misteriosi e che trova la sua espressione più plateale in una fuga dalla comunità. Senza premeditazioni ma del tutto improvvisata, la loro sgangherata “gita” nel mondo dei saniconsente loro – e al pubblico – di riaffacciarsi sulle persone e le situazioni che tante ferite hanno inciso nelle loro vite.

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Tratto da un soggetto originale di Virzì che lo ha sceneggiato con l’amica di sempre Francesca Archibugi, il film ha i toni della  “commedia avventurosa, farcita di realismo e di trip psichedelici” (Virzì dixit) ed era pronto per l’uscita già il 3 marzo finché “la lettera toccante del delegato generale della Quinzaine des Realisateurs ci ha spiazzato e fatto spostare il piano distributivo, perché Cannes voleva la premiére mondiale”. Se è vero che la “psicopatologia scorre sotto le nostre storie, cuore di molta narrativa letteraria e cinematografica”, il regista toscano non ha pudori nell’esplicitare il momento d’ispirazione per il film: “Era il mio compleanno e Micaela, allora incinta di nostra figlia Anna, ha voluto farmi una sorpresa sul set de Il capitale umano. Ad accoglierla c’era Valeria. A un certo punto le ho viste insieme andare verso il catering: Valeria teneva Micaela per mano quasi proteggendola, mentre la nuova arrivata sembrava fidarsi di lei come una bambina. Vedendole così mi è nato il desiderio di fare un film su questa coppia inedita, su queste due magnifiche creature, così magnetiche alla macchina da presa”.

La prima a sapere del desiderio di Virzì rispetto al nuovo possibile progetto è stata proprio Francesca Archibugi “amica e come me calamita per i matti”. La semplice genesi del film non equivale alla complessità della sua scrittura (e successiva regia) che deve del nutrito know how di entrambi i cineasti, con la Archibugi già navigata nel mondo della malattia mentale grazie a Il grande cocomero. “Letteratura e cinema sono fisiologicamente attratti dalla follia diversamente manifesta, e non nascondo che ne La pazza gioia ci sono tracce di Un treno chiamato desiderio di Williams, diQualcuno volò sul nido del cuculo di Forman e, perché no, dallo splendido Blue Jasmine di Woody Allen e di altre figure femminili del grande maestro newyorkese.

Appare, ma volontariamente, una traccia di Thelma e Louise di Scott, che non amo particolarmente” spiega Virzì non nascondendo quanto “il disturbo psichico sia un tema che spaventa e allontana tutti, ma lavorando con un cast composto anche da pazienti con problemi di salute mentale che si sono amabilmente mescolati con gli attori, ho compreso che bisogna aver paura di chi ha paura della pazzia. Senza dimenticare che il disagio mentale riguarda tutti, nessuno escluso”. Il tema sta molto a cuore anche a Valeria Bruni Tedeschi, che per affrontare Beatrice ha chiesto al proprio “Super-io di andare in vacanza, dal momento che solitamente è molto presente: appena l’ho messo da parte, ho iniziato a gustare un’ esperienza molto liberatoria, quindi per confezionare il personaggio ho lavorato più in decostruzione che in costruzione”. Anche per la Ramazzotti si è trattato di un viaggio importante, “partito prima dall’esterno del look emaciato di Donatella per poi procedere nell’intimità. In realtà  – continua la signora Virzì – non c’era tanto da fare quando alla base c’è una sceneggiatura così gigante come quella di Francesca e Paolo, che sono due veri Red Bull della narrazione”. La pazza gioia verrà presentato a Cannes il 14 maggio, mentre sarà distribuito in 400 sale a partire dal 17 maggio.

  • © 2009-2016 Il Fatto Quotidiano

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PIANO SOCIALE REGIONALE, PRESENTATO IL DOCUMENTO-BASE PER LA DISCUSSIONE

PIANO SOCIALE REGIONALE, PRESENTATO IL DOCUMENTO-BASE PER LA DISCUSSIONE

 

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Oltre 700 persone hanno partecipato all’assemblea di presentazione del documento-base per la redazione del Piano sociale regionale 2016-2018, il primo da 17 anni a questa parte. Previsti nei prossimi mesi in tutto il Lazio 8 assemblee territoriali e 15 tavoli tematici



La lotta alla povertà, dare risposte concrete alla domanda di inclusione sociale da parte di quanti vivono in condizioni di disagio e l’investimento sulle nuove generazioni sono le tre priorità alla base del nuovo Piano sociale regionale, il cui percorso di scrittura partecipata è iniziato oggi, a 17 anni di distanza dall’unica forma di pianificazione socio-assistenziale finora approvata dalla Regione Lazio.

Il presidente Nicola Zingaretti e l’assessore alle Politiche sociali, sport e sicurezza Rita Visini hanno presentato il percorso partecipativo e il documento-base per la discussione davanti a circa 700 tra amministratori locali, operatori dei servizi sociali e persone provenienti dal volontariato e dall’associazionismo. L’evento si è tenuto presso la Mensa Caritas della Stazione Termini. La scelta dell’Ostello Caritas, intitolato a Don Di Liegro, alla cui riapertura la Regione Lazio ha contribuito partecipando al finanziamento della ristrutturazione dell’intera struttura, ha un forte valore simbolico, è uno spazio di sussidiarietà tra pubblico e privato nel servizio ai più poveri.

La Regione Lazio vuole mettere in campo politiche sociali innovative, con una vera e propria pianificazione delle azioni da intraprendere, costruita sulla base di una lettura approfondita dei bisogni espressi dalle comunità, anche alla luce dei significativi cambiamenti socio economici ed istituzionali intervenuti in questi anni che hanno reso in molti casi anacronistici e inadeguati i modelli di intervento tuttora erogati in molti settori e in molti territori.

Obiettivi del Piano sociale regionale:

– definire una strategia per l’offerta di servizi da assicurare alla popolazione e per il funzionamento della governance del sistema;

– dare forma a un vero e proprio “sistema” di servizi e interventi che sia l’espressione istituzionale di una comunità che “si prende cura” in modo intelligente ed efficace delle persone più vulnerabili;

– andare oltre la semplice riproposizione di servizi finanziati sulla base della “spesa storica”, riorganizzando l’offerta in relazione ai bisogni della popolazione maggiormente esposta al rischio di esclusione sociale;

– definire i livelli essenziali delle prestazioni da assicurare in tutto il territorio regionale, garantendo pari opportunità di accesso.

Il nuovo Piano sociale dovrà essere uno strumento di programmazione in grado di coniugare esperienze ed azioni positive in atto con esigenze di innovazione nel campo degli interventi e delle politiche sociali, e la sua elaborazione dovrà avvenire attraverso un percorso ad alto grado di partecipazione e trasparenza, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali in grado di dare il proprio contributo.

Da maggio 2016 sono previsti otto incontri, uno per Roma Capitale, uno per ciascuna provincia del Lazio e tre nel territorio della provincia di Roma, rispettivamente nell’area nord, est e sud della Città metropolitana. A ciascun incontro parteciperanno gli amministratori e le istituzioni locali, le consulte territoriali, i sindacati e il mondo del terzo settore e dell’associazionismo sul tema della governance, della coprogettazione e della partecipazione. Accanto agli incontri di ascolto partecipato, saranno organizzati 15 tavoli tematici, che vedranno la partecipazione degli addetti ai lavori e dei portatori d’interesse, sulle tematiche della famiglia, della povertà e della disabilità. Anche questi appuntamenti saranno dislocati sul territorio.

L’intero lavoro avrà il supporto scientifico dell’Università di Roma Tor Vergata e sarà affiancato da un portale web realizzato appositamente per permettere la partecipazione virtuale e la condivisone di dati, informazioni ed esperienze significative già in atto nel territorio regionale.

“Siamo ai nastri di partenza di un percorso di partecipazione. Qui ci sono le radici di un nuovo modello di società – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: sul welfare stiamo cambiando tutto e cambieremo ancora di più. Questa Regione ha il triste primato di non avere una legge regionale che recepisce la 328 del 2000. Da diciassette anni manca il Piano regionale sul sociale e oggi parte la più straordinaria fase di ascolto e di concertazione di tutto il mondo del sociale per arrivare a ottobre alla chiusura e alla stesura di questo Piano. A novembre poi faremo gli Stati generali del welfare che saranno l’organizzazione di un processo con decine di migliaia di cittadini per cambiare tutto”- ha detto ancora Zingaretti.

“Con il Piano ci diamo un obiettivo: trovare risposte integrate alla domanda di diritti e di inclusione sociale che viene dalle persone che vivono nei diversi territori della Regione. Lo faremo con strumenti e metodologie nuove da tradurre in politiche sociali innovative- è il commento di Rita Visini, assessore alle politiche sociali, sport e sicurezza, che ha aggiunto: per questo vogliamo che il Piano nasca da un processo aperto di ascolto vero, perché le politiche sociali non sono una materia solo per addetti ai lavori, ma sono vita quotidiana di tutti noi”.

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