PIANO SOCIALE REGIONALE, PRESENTATO IL DOCUMENTO-BASE PER LA DISCUSSIONE

PIANO SOCIALE REGIONALE, PRESENTATO IL DOCUMENTO-BASE PER LA DISCUSSIONE

 

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Oltre 700 persone hanno partecipato all’assemblea di presentazione del documento-base per la redazione del Piano sociale regionale 2016-2018, il primo da 17 anni a questa parte. Previsti nei prossimi mesi in tutto il Lazio 8 assemblee territoriali e 15 tavoli tematici



La lotta alla povertà, dare risposte concrete alla domanda di inclusione sociale da parte di quanti vivono in condizioni di disagio e l’investimento sulle nuove generazioni sono le tre priorità alla base del nuovo Piano sociale regionale, il cui percorso di scrittura partecipata è iniziato oggi, a 17 anni di distanza dall’unica forma di pianificazione socio-assistenziale finora approvata dalla Regione Lazio.

Il presidente Nicola Zingaretti e l’assessore alle Politiche sociali, sport e sicurezza Rita Visini hanno presentato il percorso partecipativo e il documento-base per la discussione davanti a circa 700 tra amministratori locali, operatori dei servizi sociali e persone provenienti dal volontariato e dall’associazionismo. L’evento si è tenuto presso la Mensa Caritas della Stazione Termini. La scelta dell’Ostello Caritas, intitolato a Don Di Liegro, alla cui riapertura la Regione Lazio ha contribuito partecipando al finanziamento della ristrutturazione dell’intera struttura, ha un forte valore simbolico, è uno spazio di sussidiarietà tra pubblico e privato nel servizio ai più poveri.

La Regione Lazio vuole mettere in campo politiche sociali innovative, con una vera e propria pianificazione delle azioni da intraprendere, costruita sulla base di una lettura approfondita dei bisogni espressi dalle comunità, anche alla luce dei significativi cambiamenti socio economici ed istituzionali intervenuti in questi anni che hanno reso in molti casi anacronistici e inadeguati i modelli di intervento tuttora erogati in molti settori e in molti territori.

Obiettivi del Piano sociale regionale:

– definire una strategia per l’offerta di servizi da assicurare alla popolazione e per il funzionamento della governance del sistema;

– dare forma a un vero e proprio “sistema” di servizi e interventi che sia l’espressione istituzionale di una comunità che “si prende cura” in modo intelligente ed efficace delle persone più vulnerabili;

– andare oltre la semplice riproposizione di servizi finanziati sulla base della “spesa storica”, riorganizzando l’offerta in relazione ai bisogni della popolazione maggiormente esposta al rischio di esclusione sociale;

– definire i livelli essenziali delle prestazioni da assicurare in tutto il territorio regionale, garantendo pari opportunità di accesso.

Il nuovo Piano sociale dovrà essere uno strumento di programmazione in grado di coniugare esperienze ed azioni positive in atto con esigenze di innovazione nel campo degli interventi e delle politiche sociali, e la sua elaborazione dovrà avvenire attraverso un percorso ad alto grado di partecipazione e trasparenza, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali in grado di dare il proprio contributo.

Da maggio 2016 sono previsti otto incontri, uno per Roma Capitale, uno per ciascuna provincia del Lazio e tre nel territorio della provincia di Roma, rispettivamente nell’area nord, est e sud della Città metropolitana. A ciascun incontro parteciperanno gli amministratori e le istituzioni locali, le consulte territoriali, i sindacati e il mondo del terzo settore e dell’associazionismo sul tema della governance, della coprogettazione e della partecipazione. Accanto agli incontri di ascolto partecipato, saranno organizzati 15 tavoli tematici, che vedranno la partecipazione degli addetti ai lavori e dei portatori d’interesse, sulle tematiche della famiglia, della povertà e della disabilità. Anche questi appuntamenti saranno dislocati sul territorio.

L’intero lavoro avrà il supporto scientifico dell’Università di Roma Tor Vergata e sarà affiancato da un portale web realizzato appositamente per permettere la partecipazione virtuale e la condivisone di dati, informazioni ed esperienze significative già in atto nel territorio regionale.

“Siamo ai nastri di partenza di un percorso di partecipazione. Qui ci sono le radici di un nuovo modello di società – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: sul welfare stiamo cambiando tutto e cambieremo ancora di più. Questa Regione ha il triste primato di non avere una legge regionale che recepisce la 328 del 2000. Da diciassette anni manca il Piano regionale sul sociale e oggi parte la più straordinaria fase di ascolto e di concertazione di tutto il mondo del sociale per arrivare a ottobre alla chiusura e alla stesura di questo Piano. A novembre poi faremo gli Stati generali del welfare che saranno l’organizzazione di un processo con decine di migliaia di cittadini per cambiare tutto”- ha detto ancora Zingaretti.

“Con il Piano ci diamo un obiettivo: trovare risposte integrate alla domanda di diritti e di inclusione sociale che viene dalle persone che vivono nei diversi territori della Regione. Lo faremo con strumenti e metodologie nuove da tradurre in politiche sociali innovative- è il commento di Rita Visini, assessore alle politiche sociali, sport e sicurezza, che ha aggiunto: per questo vogliamo che il Piano nasca da un processo aperto di ascolto vero, perché le politiche sociali non sono una materia solo per addetti ai lavori, ma sono vita quotidiana di tutti noi”.

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La meditazione è efficace come un antidepressivo

La meditazione è efficace come un antidepressivo

La terapia della consapevolezza ispirata al Buddhismo

01 maggio, 11:09

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La terapia basata sulla meditazione ispirata al Buddhismo e il concetto di consapevolezza (mindfulness) funziona come un farmaco antidepressivo. Lo sostiene uno studio dell’università di Oxford pubblicato sulla rivista Jama Psychiatry.

La terapia della consapevolezza consiste nell’allenare il cervello ad affrontare le emozioni negative usando tecniche come meditazione, esercizi respiratori e yoga. Anche se per alcuni questa tecnica può portare ad attacchi di panico, paranoia, delusioni o depressione, secondo questo nuovo studio, il più vasto mai condotto finora sull’argomento, la terapia cognitiva basata sulla consapevolezza (mindfulness-based cognitive therapy o mbct) aiuta le persone allo stesso modo degli antidepressivi più comuni, e non ci sono prove di effetti collaterali. Nella ricerca si è visto che le persone depresse che erano state trattate con questa terapia avevano il 31% in meno di rischio di avere una ricaduta nei 4 mesi successivi. ”Questi risultati sono davvero rincuoranti – commenta Willem Kuyken, coordinatore dello studio – La Mbct non è una panacea, ma offre un nuovo approccio alle persone con una lunga storia di depressione, che consente di sviluppare degli strumenti per stare bene nel lungo periodo”. Ogni persona è diversa e richiede terapie differenti, continua, ”e la mindfulness è un’opzione insieme ai farmaci e altre forme di terapia”. Servono comunque altri studi per ottenere tassi di recupero vicini al 100% e aiutare a prevenire la comparsa della prima depressione. ”La terapia della mindfulness appartiene alla famiglia del Buddhismo e di altre tradizioni contemplative – aggiunge – ma il modo in cui viene usata è assolutamente laico”. Si tratta di una sorta di allenamento mentale, in cui si impara a visualizzare i pensieri e i sentimenti negativi, i primi segni di ricaduta della depressione e sviluppare le capacità per farvi fronte in un modo che rende più forti e resistenti.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

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