“Riprendersi: i fattori determinanti della salute mentale” rassegna stampa


mozilla_1mozilla_2mozilla_3mozilla_4mozilla_5mozilla_6mozilla_7mozilla_8mozilla_9

 

 


 

 









 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2 febbraio – “Avevo solo le mie tasche” di Alberto Paolini

1

 

Alberto Paolini racconta la sua storia, da quando, orfano, fa l’esperienza del collegio fino alla sua attuale residenza in casa famiglia, passando per quarantadue anni di manicomio. La descrizione della sua vita, dall’applicazione dell’elettroshock ai laboratori di scrittura al Santa Maria della Pietà di Roma, è in parte orale, rilasciata come testimonianza, e in gran parte scritta. Il suo rapporto con la scrittura, infatti, è di lunga data. Inizia a scrivere sui foglietti che recupera in manicomio, con grafia minuta, per poter risparmiare spazio e carta, e poter conservare le sue scritture in tasca. Infatti, alla persona ricoverata, dice, non è consentito tenere nulla, se non le cose che possono stare nelle tasche della giacca, dei calzoni. Dei pochi frammenti rimasti si propongono qui, nella seconda parte, diverse poesie e alcuni racconti brevi, corredati dalle immagini dei diversi tipi di scrittura propri dell’autore.

 

“Il mio primo giorno di manicomio è, in realtà, limitato al solo pomeriggio. Era l’anno 1948 e io mi trovavo ricoverato nella Clinica Neuropsichiatrica dell’Università di Roma da ormai cinque mesi che avevo passato in osservazione. Ero al reparto infantile, perché così era stato deciso nonostante, al momento del mio ingresso nella clinica, fossi già sul punto di compiere i 15 anni, mentre il limite per essere ammessi al reparto infantile fosse stabilito a 14 anni.”

 

“Dal Padiglione 22 uno usciva di nascosto, prima che tornasse la suora andava all’albero di fichi e li raccoglieva. L’albero era vicino al Padiglione 20 e s’andava lì presto perché se ti scoprivano quelli del 20! Costruivamo un arnese per staccarli dall’albero fatto con una canna di bambù alla cui sommità avevamo legato una bottiglia tagliata a metà, la puntavamo in alto verso il ramo con i fichi, spingevamo, il fico si staccava e cadeva all’interno della bottiglia. I fichi li mangiavamo poi al Padiglione 16”.

1

 

 

Castel di Guido: entro aprile il bando per riqualificare la tenuta

Politica / Castel Giubileo / Via Castel di Guido

Castel di Guido: entro aprile il bando per riqualificare la tenuta

La Regione Lazio ha annunciato per la prossima primavera un bando per il rilancio della storica tenuta. Grazie ad un tavolo di coordinamento si è “lavorato alla mappatura dettagliata del bene ed alle possibili idee di sviluppo dell’area”

 

2223

 

Il futuro della tenuta di Castel di Guido è ad un punto di svolta. La Regione Lazio, che ha ripreso possesso del bene dopo anni di abbandono, ha annunciato entro  la prossima primavera un bando per rilanciarla.

IL NUOVO BANDO – “Sarà pronto entro Aprile 2017” annunciano l’assessore regionale al Bilancio, Patrimonio e Demanio, Alessandra Sartore e l’assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Carlo Hausmann. Il tavolo di coordinamento vedrà il coinvolgimento anche di Roma Capitale e del Mibact –Soprintendenza Area archeologica di Roma, dell’Arsial e di tre tecnici, designati da Regione e Comune. “Il tavolo – spiegano gli Assessori Sartore e Hausmann –  in questi mesi ha lavorato alla mappatura dettagliata del bene ed ha messo in campo possibili idee di rilancio e di sviluppo dell’area”.

LA VALORIZZAZIONE – Non è facile rilanciare una tenuta vasta e dall’enorme patrimonio archeologico, ambientale e boschivo come quella di Castel di Guido. Non ci sono però soltanto gli ottocentomila metri quadrati di boschi nell’area. La zona ospita anche “la Palledrara di Cecanibbio” uno dei siti paleontologi più ricchi al mondo di mammiferi fossili. Ma a Castel di Guido è particolarmente significativa la vocazione agricola. E quindi è proprio a partire da questa che bisogna ripartire per il rilancio dell’area. Lo ricorda anche il Presidente della Commissione Ambiente del Campidoglio Daniele Diaco.  “Vogliamo mettere fine alla logica degli allevamenti intensivi e dar vita a una fattoria didattica-etica, raggiungibile e attraversabile a piedi o in bicicletta tramite un apposito percorso-natura che metta in risalto gli elementi archeologici.  L’area diventerà il riferimento per la tutela e la valorizzazione delle biodiversità e accoglierà una rete di orti urbani sinergici con un ampio e variegato ventaglio di coltivazioni, incluse le colture per celiaci”.

L’ORA DEL RISCATTO – Sono molte le misure che il Consigliere comunale  ha annunciato. Oltre a quelle citate si punta a creare “un Santuario destinato all’accoglienza degli animali da allevamento indesiderati”. Una finalità simile a quella già sperimentata con le 360 capre che a Castel di Guido sono state ricoverate. Arrivano da Accumoli, il paese dov’è stato localizzato l’epicentro del sisma del 24 agosto. Tornando ai progetti di rilancio ““Non vogliamo perdere più un istante – ha concluso il Consigliere pentastellato – per Castel di Guido è scoccata l’ora del riscatto”.

Moviemind

Da: Riconoscere [mailto:presidenza=riconoscere.it@mail251.suw18.rsgsv.net] Per conto di Riconoscere
Inviato: mercoledì 18 gennaio 2017 11:43
A: silvio@dangerio.org
Oggetto: Moviemind

movemidn
movemind

 

 

 

sda

spazio-disponibile

Salute Mentale: Finanziamenti insufficienti in 18 regioni su 20

starace

 

16 GEN – Per la Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (Siep), la recente pubblicazione del Rapporto Salute Mentale del Ministero della Salute confermerebbe “con la spietata neutralità dei dati” il ruolo sempre più marginale oggi assegnato alle attività psichiatriche nelle Regioni italiane. La Siep, nell’Appello per la Salute Mentale, sottoscritto dai direttori dei DSM e da tutte le Società Scientifiche ed Associazioni di settore, all’aumento delle condizioni di disagio psichico della popolazione corrisponde una contrazione delle risorse economiche e di personale dei Servizi pubblici.

“Il dato più allarmante – afferma il Presidente della Siep, Fabrizio Starace – emerge dall’analisi dei costi per Livello di Assistenza, ricavati dai Modelli LA forniti dalle Regioni (1). Nel 2015 i flussi economici per la Salute Mentale in Italia corrispondono a 3 miliardi e 739 milioni di euro. Se si considerano i 107 miliardi e 32 milioni di euro che costituiscono il finanziamento indistinto (comprensivo della quota di riequilibrio) assegnato per lo stesso anno alle Regioni, si ricava che la percentuale della spesa sanitaria dedicata alla Salute Mentale è pari al 3,49%, ben lontano quindi dalla soglia minima del 5% cui si erano impegnate le Regioni con un documento sottoscritto all’unanimità da tutti i Presidenti il 18 gennaio 2001″.
Si collocano al di sopra della soglia del 5% solo le PA di Trento e Bolzano; l’Emilia Romagna, con il 4,93% è l’unica regione sostanzialmente aderente all’impegno, mentre l’Umbria (4,65%) è l’unica che si pone al di sopra del 4%. La maggior parte delle Regioni assegna alla Salute Mentale una % della spesa sanitaria che oscilla tra il 3% ed il 4%: nella fascia alta Lombardia (4,0%) e Sicilia (3,89%),  mentre nella fascia bassa troviamo Abruzzo, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Toscana, con differenze percentuali minime tra loro, e ancora Lazio, Liguria, Calabria e Piemonte, con una quota in ulteriore riduzione. In zona critica, al di sotto del 3% della spesa, le regioni Veneto, Valle d’Aosta, Sardegna,
Marche. In coda, a meno della metà della quota minima, le regioni Campania e Basilicata.

 

starace-2
Il quadro delle diverse Regioni mostra caratteristiche talvolta scontate, per altri versi inattese. Non sorprende la collocazione delle PPA di Trento e Bolzano o della regione Emilia Romagna nella parte alta, e nemmeno quella, purtroppo, della Campania e della Basilicata agli ultimi posti. Meno prevedibile la collocazione del Friuli Venezia Giulia, che con il suo 3,43%  sfata il mito di un’assistenza psichiatrica non replicabile in altri contesti regionali per gli alti costi che comporterebbe, o di Marche e Veneto, pur considerate regioni di riferimento per la determinazione di costi e fabbisogni standard.

“Consapevoli che ulteriori analisi saranno necessarie per verificare la composizione della spesa e la relazione tra questa e i risultati di processo ed esito – conclude Starace –  esprimiamo soddisfazione per questo primo, indispensabile elemento di chiarezza introdotto nel dibattito pubblico sulla Salute Mentale. Chiediamo al Presidente Bonaccini, che guida l’unica regione sostanzialmente aderente allo standard di spesa del 5%, di porre all’OdG della Conferenza Stato Regioni una riflessione su questi dati, sollecitando le Regioni inadempienti a recuperare il gap tra stato attuale e impegni assunti”.

[1]Si tratta dei costi delle prestazioni/attività sanitarie e socio-sanitarie erogate in regime di residenzialità, semi-residenzialità, ambulatoriale e domiciliare, a favore delle persone adulte con disturbi mentali e/o delle loro famiglie

16 gennaio 2017
© Riproduzione riservata

spazio-disponibile

Castel di Guido

Una breve rassegna stampa sulla tenuta di Castel di Guido

 

 

Beni comuni

Castel di Guido (Rm): domani inizia l’occupazione

13 gennaio 2017 ore 14.54

Per la Cgil bisogna dar vita, all’interno della tenuta, a diverse realtà integrate che potranno costituire il cluster laziale del biologico

“Non siamo più disposti a subire passivamente il silenzio delle istituzioni e ad assistere inermi a questo rimpallo delle responsabilità. Domani occuperemo Castel di Guido”. Così, in una nota, la Cgil di Roma e del Lazio, la Flai Cgil e la Cgil di Roma nord Civitavecchia Viterbo. “Le nostre organizzazioni – continua la nota – sono da tempo impegnate in un progetto di rilancio di quest’area agricola metropolitana, la più grande d’Europa. Si tratta di un territorio molto vasto, di proprietà della Regione Lazio, che ha al suo interno un’azienda agricola del Comune di Roma”.

Si tratta di un luogo sostanzialmente abbandonato a se stesso, nonostante le sue enormi potenzialità, dove i pochi operatori continuano a lavorare con spirito di sacrificio e abnegazione per mantenere in vita il bestiame ancora presente e garantire all’area un minimo di cura. Nel frattempo, in assenza di un presidio attivo e di prospettive per l’azienda, il caseificio è stato chiuso e le colture abbandonate. “Abbiamo elaborato un documento – spiega la Cgil – che disegna un possibile futuro per Castel di Guido e ottenuto l’adesione una serie di associazioni, di realtà imprenditoriali agricole e semplici cittadini, confluiti nel comitato ‘Campagna romana bene comune’. Ma nonostante le reiterate richieste di incontro alle istituzioni per confrontarci sul progetto, siamo rimasti completamente inascoltati. L’occupazione di domani nasce da questa esasperazione. Il nostro obiettivo è rilanciare l’azienda, promuovere la buona occupazione, preservare il carattere pubblico della proprietà e della gestione procedendo all’emanazione di bandi pubblici”.

“Il progetto su cui vorremmo richiamare l’attenzione delle istituzioni – aggiunge la nota – è ambizioso. Consiste nel dar vita, all’interno della tenuta di Castel di Guido, a diverse realtà integrate che potranno costituire il cluster laziale del biologico: un’azienda agricola biologica e multifunzionale, un’università (o più semplicemente scuola) del biologico, un centro di ricerca del biologico specializzato su prodotti di IV e V gamma, sulle tecnologie e le energie rinnovabili per l’agricoltura, un centro di trasformazione e di confezionamento dei prodotti agricoli a disposizione anche dei piccoli produttori agricoli biologici del Lazio, un pastificio, un sistema di energie rinnovabili a biomassa multi alimentata e biogas da rifiuti e compostaggio, una struttura amministrativa specializzata per intercettare i fondi nazionali ed europei sull’agricoltura e l’innovazione. Domani illustreremo alla stampa e ai cittadini ulteriori dettagli e fattibilità di questo piano di rilancio”.

 

castel

La tenuta agricola di Castel di Guido “rappresenta un patrimonio enorme e un potenziale valore aggiunto per tutto il territorio laziale. Tuttavia decenni di gestioni politiche scriteriate l’hanno ridotta, per molti versi, in condizioni disastrose sia sotto il profilo della tutela ambientale che per quanto concerne dignità e benessere degli animali. Senza dimenticare che un importante vettore di sviluppo economico si è trasformato progressivamente in un fardello. Basti pensare agli alloggi di servizio allocati a 6 euro mensili se non addirittura occupati abusivamente. Questa amministrazione ha quindi ereditato una situazione attraversata da criticità di ogni genere”, è lo scenario tracciato da Daniele Diaco, presidente della Commissione Ambiente

 

 

Ma non è nostra abitudine rassegnarci – garantisce – Intendiamo invertire la rotta e garantire una netta discontinuità, all’insegna di un’oculata programmazione che ci permetterà di mettere Castel di Guido a disposizione di tutti i cittadini invece che di pochi privati. Per invertire il trend, a stretto giro, trasferiremo la gestione al Dipartimento Tutela Ambientale. Si tratta di una scelta che certifica la volontà di valorizzare la tenuta in tutte le sue componenti, poiché crediamo pienamente in un solido progetto di riqualificazione”.

Diaco scandisce le tappe del programma che questa amministrazione intende perseguire. “Vogliamo mettere fine alla logica degli allevamenti intensivi e dar vita a una fattoria didattica-etica, raggiungibile e attraversabile a piedi o in bicicletta tramite un apposito percorso-natura che metta in risalto gli elementi archeologici. L’area diventerà il riferimento per la tutela e la valorizzazione delle biodiversità e accoglierà una rete di orti urbani sinergici con un ampio e variegato ventaglio di coltivazioni, incluse le colture per celiaci. Istituiremo, come in tutti i municipi, il parco canile e gattile per favorire il corretto rapporto zooantropologico e per promuovere le adozioni. Verrà creato un Santuario destinato all’accoglienza degli animali ‘da allevamento’ indesiderati e da ricollocare per restituire loro una vita serena, diritti e dignità. L’intera area diventerà in breve una meta privilegiata per tutte le scuole della regione. Non vogliamo – conclude – perdere più un istante: per Castel di Guido è scoccata l’ora del riscatto”.

 

 

Lazio, Coldiretti Roma: positivo il bando per Castel di Guido

E’ un bene importantissimo per il territorio

Roma, 13 gen. (askanews) – “Accogliamo positivamente la comunicazione da parte della Regione Lazio dell’uscita entro aprile del bando per la riqualificazione della Tenuta agricola di Castel di Guido, azienda che da anni necessita di un’operazione di rilancio. Si tratta di un bene importantissimo per il territorio, con grandi potenzialità inespresse che merita di essere valorizzato con serietà e impegno”. Così David Granieri, presidente di Coldiretti Roma e Lazio, sottolineando che “per questo è fondamentale proseguire lungo il percorso già avviato all’insegna della massima condivisione e trasparenza evitando episodi e situazioni che possano inficiare il lavoro svolto finora e i futuri obiettivi di crescita”

Lazio, Hausmann-Sartore: bando per la Tenuta di Castel di Guido

Puntiamo alla valorizzazione

facebooktwittergoogle+e-mail

Roma, 13 gen. (askanews) – “Abbiamo convocato per la prossima settimana il tavolo tecnico di coordinamento per la valorizzazione della Tenuta di Castel di Guido che dovrà definire i contenuti del bando pubblico per il rilancio della Tenuta. E’ previsto per la prossima settimana anche un incontro con l’associazione coinvolta”. Lo dichiarano in una nota congiunta l’assessore regionale del Lazio al Bilancio, Patrimonio e Demanio, Alessandra Sartore e l’assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Carlo Hausmann. “Il tavolo di coordinamento, composto dalla Regione, Roma Capitale, Mibact – Soprintendenza Area archeologica di Roma, l’Arsial e tre esperti del settore, designati dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma in questi mesi ha lavorato alla mappatura dettagliata del bene e ha messo in campo possibili idee di rilancio e di sviluppo dell’area, in vista dell’immissione in possesso della Regione Lazio da parte del Comune di Roma, avvenuta il 28 dicembre, per mezzo del commissario ad acta come previsto dalla legge regionale 14/2008. Il Bando volto alla riqualificazione del bene sarà pronto entro Aprile 2017”.

 

Roma, a San Lorenzo arriva il “cappuccino sospeso” per i senzatetto

Da “la Repubblica”

Roma, a San Lorenzo arriva il “cappuccino sospeso” per i senzatetto

L’iniziativa riprende il “caffè sospeso” di tradizione partenopea. A lanciarla nella capitale è stato l’Esercito della Salvezza

san-lorenzo

 

Non è certo una tradizione romana ma la speranza è che lo diventi. Comincia da San Lorenzo, quartiere popolare, ritrovo di studenti fuorisede e non: in quattro bar storici (Marani, bar dei Sanniti, Sicilia Food&Chips e Gente di San Lorenzo), in questi giorni di freddo record, è possibile “lasciare pagato” un cappuccino caldo destinato a chi non se lo può permettere, ai tanti senza fissa dimora che attraversano quel territorio.

È il “cappuccino sospeso”, parente capitolino del “caffè sospeso” di origini napoletane. L’iniziativa porta il timbro dell’Esercito della Salvezza, un movimento internazionale evangelico protestante, che proprio a San Lorenzo gestisce un centro di accoglienza in via degli Apuli 41 che dà ristoro e ricovero a oltre 300 senza tetto. Nei quattro bar con i quali ha stretto un accordo, l’esercito della Salvezza ha posizionato una tazza nella quale verrà lasciato lo scontrino del “cappuccino sospeso” (“Non i soldi, perché non siamo evasori fiscali”, ci tengono a precisare gli esercenti) che sarà a disposizione dei clienti che verranno  dopo, specie di chi non ha il denaro per pagarlo.

“Il calore di una comunità in una tazza”, recita lo slogan della locandina che è stata affissa in questi giorni nei caffè. “Mi auguro che questa iniziativa da San Lorenzo possa diffondersi e contaminare tutta la città”, sottolinea Francesca Danese, ex assessore ai servizi sociali della giunta Marino, già presidente del Cesv, il centro servizi per il volontariato in regione.

spazio-disponibile

volantino corso salute mentale da diffondere

Carissimi, ecco l’ultima versione del volantino del corso, potete diffondere ai familiari. E’ quello che apparirà anche sul sito del cesv.
Buona serata
Caterina Ciampa

Le Scienze – Comunicazione sociale e disturbi mentali

Comunicazione sociale e disturbi mentali

http://www.lescienze.it/news/2017/01/05/news/geni_comunicazione_sociale_autismo_schizofrenia-3372294/?ref=nl-Le-Scienze_06-01-2017&refresh_ce

 

 

Il rischio di sviluppare autismo e schizofrenia è fortemente correlato ad ampi gruppi di geni, parzialmente distinti, che influenzano tutti le capacità di comunicazione sociale, ma esplicano il picco della loro attività durante diversi periodi dello sviluppo: l’infanzia nel caso dell’autismo e l’adolescenza per la schizofrenia(red)

La misura delle capacità di comunicazione sociale durante l’infanzia e l’adolescenza è un indicatore sensibile del rischio genetico di sviluppare rispettivamente l’autismo e la schizofrenia. A stabilirlo è uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Bristol e del Max Planck Institut per la psicolinguistica a Nijmegen, nei Paesi Bassi, che firmano un articolo pubblicato su “Molecular Psichiatry”.

Lo studio di Beate St Pourcain e colleghi ha infatti messo in evidenza che il livello di rischio di sviluppare queste due patologie è correlato alla presenza di un vasto numero di varianti dei molti geni che influenzano lo sviluppo delle competenze sociali.

Gli insiemi dei geni coinvolti nei due disturbi sono sovrapposti solo in parte, come già si supponeva dalle differenti manifestazioni cliniche delle due patologie. Le persone con disturbi dello spettro autistico hanno gravi difficoltà a impegnarsi socialmente con gli altri e a capire i segnali sociali, sono rigide e hanno interessi ossessivi. La schizofrenia è invece caratterizzata da allucinazioni, deliri e processi di pensiero seriamente disturbati.

 

simp

Alcune società informatiche hanno assunto alcuni soggetti con particolari forme di disturbo dello spettro autistico come specialisti del controllo del software.  (FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images)St Pourcain e colleghi  hanno messo in evidenza in particolare che il maggior rischio di insorgenza dell’una o dell’altra patologia è legato allo specifico periodo in cui i geni interessati da quelle varianti sono più attivi. In pratica, se quei geni hanno il loro periodo di massima attività durante l’infanzia aumenta il rischio di autismo, se invece il picco di espressione avviene nel corso dell’adolescenza cresce il rischio di schizofrenia.

La ricerca è stata possibile grazie ai progressi nello sviluppo delle analisi genetiche dette genome-wide (ossia che prendono in considerazione l’intero

genoma), che hanno permesso di tracciare un quadro più preciso dei rapporti fra il genoma, i disturbi psichiatrici e i loro sintomi.

Una percentuale molto significativa del rischio di incorrere in quei disturbi nasce dalla combinazione di piccoli effetti di molte migliaia di differenze genetiche puntiformi. Le innumerevoli possibili combinazioni fra queste varianti conferma quindi che esiste un continuum fra comportamento normale e anormale e spiega perché tratti ed esperienze tipici di queste patologie – come deliri e allucinazioni – possano manifestarsi in forma lieve anche in bambini dallo sviluppo normale e in adulti normali.

1

 

 

Lo Spiraglio – FilmFestival della salute mentale

lo-spiraglio

Scadono il 20 febbraio 2017 le iscrizioni gratuite per corti e lungometraggi sul tema della salute mentale

Scadono il prossimo 20 febbraio 2017 le iscrizioni – gratuite – per partecipare alla settima edizione de Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale, evento di corti e lungometraggi, che si terrà a Roma dal 31 marzo al 2 aprile 2017 presso il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Promosso da ROMA CAPITALE – Dipartimento Salute Mentale, ASL Roma 1 e MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Il festival è nato con lo scopo di raccontare il mondo della salute mentale nelle sue molteplici varietà, attraverso le immagini. L’obiettivo è quello di avvicinare un vasto pubblico alla tematica e permettere a chi produce audiovisivi, dedicati o ispirati all’argomento, di mettere in evidenza risorse creative e qualità del prodotto.

Il bando è gratuito e aperto ai lavori realizzati sia dai centri di produzione integrata (centri che lavorano sul disagio psichico) che dai videomaker ed è diviso in una sezione dedicata aicortometraggi (durata max 30’) e una riservata ai lungometraggi (oltre i 30’). La partecipazione è aperta a tutti i generi (fiction, documentario, animazione, ecc.), purché l’opera tratti il tema della salute mentale, in modo esplicito o simbolico, con risultati validi e originali. La scadenza per la presentazione dei lavori è fissata al 20 febbraio 2017 e tutta la documentazione per partecipare al festival – a iscrizione gratuita – è scaricabile dal sito ufficiale del festival,www.lospiragliofilmfestival.org e dal sito del MAXXI, www.fondazionemaxxi.it

Una Giuria composta da addetti ai lavori appartenenti all’ambito sociale, psichiatrico e cinematografico assegnerà il Premio “Fausto Antonucci” di 1.000 euro al miglior cortometraggio e il Premio “Jorge Garcia Badaracco – Fondazione Maria Elisa Mitre” di 1.000 euro al miglior lungometraggio. Il festival, inoltre, assegnerà il Premio LO SPIRAGLIO Fondazione Roma Solidale Onlus a un personaggio particolarmente significativo del mondo cinematografico che abbia raccontato vita, sentimenti ed emozioni di persone e gruppi legati al mondo della salute mentale. Nelle edizioni passate sono stati premiati Sergio Rubini, Sergio Castellitto,Carlo Verdone, Alba Rohrwacher, Marco Bellocchio e Giulio Manfredonia.

1

 

 

Virgilio Motori

Consigli e novità su Auto e Moto

WordPress.com News

The latest news on WordPress.com and the WordPress community.