Repubblica – Non dimenticate i bimbi con problemi psichiatrici

Repubblica di lunedì 10 giugno 2013, pagina 26

Linea di confine – Non dimenticate i bimbi con problemi psichiatrici

di Pirani Mario

LINEA DI CONFINE MARIO PIRANI Non dimenticate i bimbi con problemi psichiatrici. In un corridoio che porta all’Aula Magna della Sapienza, dove si svolge l’annunciato convegno (vedi l’ultima rubrica) su “La salute mentale in età evolutiva e la scuola: verso una legge regionale”, leggo su un cartello scritto a mano: “Non dimenticate in cantina i bambini con problemi psichiatrici”. Un sorriso agrodolce per rendere meno amaro l’approccio, ma, comunque, i dati sono drammatici. Nella Regione Lazio ci sono 60.000 bambini e ragazzi con difficoltà neuropsichiatriche. Dalle gravi disabilità intellettive alle dislessie, dagli autismi alle schizofrenie precocissime, dalle epilessie focali ai disturbi del movimento. Il rapporto fra prime visite e casi seguiti, negli ultimi anni, è sceso da sopra 1 a 5 a sotto 1 a 3. Questo significa che 2 casi su 5 rimangono a lungo aspettando la terapia dopo aver aspettato a lungo la diagnosi. Perché? Un solo esempio: i neuropsichiatri infantili che operano nei Servizi pubblici e nei Servizi privati accreditati sono meno di 95, mentre dovrebbero essere più di 180. Lo stesso per gli altri ruoli professionali (psicologi clinici, tempisti, educatori, assistenti sociali, etc.). Abbiamo un altro dato ben noto da circa tre anni. L’Istituto di Via dei Sabelli è seriamente carente di personale; per di più ha visto ridurre nettamente i posti di ospedale diurno, uno strumento di altissima protezione psicologica. Cosa ci si aspetta dalla Regione Lazio? Tre cose: 1) una legge sulla salute mentale in età evolutiva; 2) subito un progetto speciale di rilancio per Via dei Sabelli; 3) un progetto per potenziare al più presto almeno quattro Servizi di neuropsichiatria infantile (due a Roma e due nelle Province). È un’occasione per avviare davvero una nuova gestione dopo la silenziosa assenza della presidenza Polverini. Speriamo che ora Nicola Zingaretti sappia prendere in pugno la situazione, realizzando in un settore vitale la discontinuità promessa. Non si tratta, però, solo di un problema di politica sanitaria ma anche di fornire un quadro che serva a garantire la correttezza e l’aggiornamento scientifico. I bambini neuropsichiatrici hanno nel 60% dei casi due o persino tre problemi sia nello stesso momento sia in diversi momenti di vita. Finché esiste una politica di interventi settoriali, permane un forte rischio di frammentare gli interventi in base a etichette diagnostiche incomplete. Può capitare, inevitabilmente, anche agli operatori con maggiore esperienza. Abbiamo già pagato prezzi altissimi per queste scelte o, appunto, per mode professionali. Dal convegno dovrebbe uscire una linea integrata di intervento sulla salute mentale in età evolutiva che integri riabilitazione e psicoterapia, diagnosi medica e diagnosi psicologica, diagnosi del disturbo e valutazione della persona. Abbiamo chiesto in proposito il parere di uno dei più eminenti studiosi del settore, il professor Pietro Barbieri, presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish), una organizzazione ombrello cui aderiscono alcune tra le più rappresentative associazioni impegnate, a livello nazionale e locale, in politiche mirate all’inclusione sociale delle persone con differenti disabilità. Alle nostre domande il professor Barbieri risponde: «Partendo dalla nuova visione bio-psico-sociale della disabilità, contrapposta ad un modello medico che per decenni ha reiterato pregiudizi e segregazioni, la Fish interviene per garantire la non discriminazione e le pari opportunità, in ogni ambito della vita. Dobbiamo rimettere al centro il tema dei bambini e adolescenti con disabilità a partire da quelli con disabilità intellettiva e con problemi di salute mentale. Il nostro Paese sembra non dare alcun rilievo a tutto ciò ed anche le esperienze più significative sono messe a rischio dalla riduzione delle risorse per i servizi territoriali sanitari. Serve un intervento ordina-mentale che faccia seguito al piano d’azione del governo e che costruisca reti di servizi a partire dalla valorizzazione di quelli attuali».

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