Per favore firmate la nostra petizione. Genitin Onlus

Oggetto: I: Per favore firmate la nostra petizione. Genitin Onlus

Cari Amici,

sapete che sono in pensione ormai da tre anni dopo aver lavorato per 40 in Neonatologia al Gemelli. E’ una lunga storia che ti resta nel cuore. Ora la TIN (Terapia Intensiva Neonatale) ci chiede aiuto. Io l’ho già fatto. ma se anche voi vorrete insieme a me firmare la petizione per sbloccare i fondi regionali destinati a questa istituzione, farete un atto di generosità e partecipazione. L’Associazione Genitin (genitori dei piccoli ricoverati in TIN), i piccoli prematuri, i medici e il personale della Neonatologia TIN hanno bisogno di noi, non neghiamo loro il nostro aiuto consistente in una semplice firma. Non ci vengono richiesti né danaro né grande impegno di tempo se non quello di sottoscrivere la petizione.

Vene sono grato.

Pierluigi de Turris

—-Messaggio originale—-

Puoi prenderti 30 secondi per firmare? Ecco il link:  http://www.change.org/it/petizioni/regione-lazio-erogare-i-fondi-destinati-alla-nuova-t-i-n-del-policlinico-gemelli

Ecco perché è importante:

Circa due anni fa, la Regione Lazio ha stanziato due milioni di euro per la realizzazione, presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, di un nuovo reparto di terapia intensiva neonatale con molti posti letto (cullette) in più rispetto all’attuale .
Pur all’avanguardia nel suo genere tuttavia, il nuovo reparto che rappresenterebbe un’eccellenza non solo in Italia,ma addirittura in Europa, è pronto ma non ancora operativo, con macchinari tecnologicamente avanzati che giacciono ancora imballati e lasciati all’usura del tempo perché mancano i fondi da destinare alla sua gestione .
Esso infatti è molto più grande dell’attuale e quindi ingestibile con l’attuale personale.

Dall’altra parte, c’è l’attuale Terapia Intensiva Neonatale , che lavora in condizioni di continua emergenza, con macchinari ai limiti dell’obsolescenza tecnologica, che è costretta a non poter accettare tutti i prematuri che nascono al Policlinico Gemelli a causa del numero limitato di postazioni ( 8 attualmente di Terapia Intensiva).

Spesso l’impossibilita` di venire ricoverato tempestivamente in terapia intensiva neonatale, per un bambino, puo` significare non avere possibilita` di sopravvivenza. Aiutare il reparto vuol dire aiutare la vita!
La Nuova Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico Gemelli, per l’alta specializzazione del suo personale e per l’elevata dotazione di macchinari all’avanguardia potrebbe rappresentare una possibilità di salvezza dei propri bambini non solo per i residenti nel Lazio, ma per tutte quelle donne italiane affette da problematiche gravi nel corso della gravidanza, per le quali si prospetta già una nascita pretermine.

Vi chiediamo quindi di firmare la petizione per chiedere alla Regione Lazio di erogare almeno in parte i fondi già destinati per questo progetto e per dare una soluzione a questo problema. Essere in tanti a firmare, significa far capire che pretendiamo che il nuovo reparto venga aperto. Il reparto è pronto! Manca solo l’aumento del personale! Evitiamo di buttare ancora una volta denaro pubblico!

Puoi firmare la mia petizione cliccando qui.

Grazie!
GENITIN ONLUS

Guarire si può – incontro promosso dal Museo Laboratorio della Mente

Venerdì 22 marzo 2013 Dalle 10.00 alle 13.00

incontro promosso da

  • Museo Laboratorio della Mente, Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma E
  • Conferenza Permanente per la Salute Mentale nel Mondo Franco Basaglia Onlus

 

partecipano Peppe Dell’Acqua, Toni Jop, Tommaso Losavio, Pompeo Martelli, Giacomo Nicastro, Gianfranco Palma, Tommaso Poliseno

“E’ possibile vivere la propria vita avendo consapevolezza della malattia, imparando a venire a patti con i sintomi, a farli propri, a controllarli e perfino utilizzarli come singolari e impensabili risorse. Riconquista di sé. ricostruzione delle proprie capacità di vita e di relazioni sociali la recovery diventa sinonimo della possibilità di guarire. Una guarigione che accade nella rinnovata capacità di affrontare i blocchi istituzionali, le presunzioni di cronicità, i disconoscimenti e lo stigma sociale che hanno sempre ipotecato la nozione di malattia mentale”

 

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“InSideOut”: trent’anni di psichiatria in Italia in un’installazione interattiva

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“InSideOut”: trent’anni di psichiatria in Italia in un’installazione interattiva

La mostra verrà inaugurata oggi a Roma. La storia raccontata, attraverso immagini e ricordi, in un percorso multimediale, è quella di Paolo, disabile mentale, scritta dal fratello Carlo Gnetti nel libro “Il bambino con le braccia larghe”

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ROMA – Immagini, disegni e scritti, insieme a racconti e ricordi in un percorso multimediale e interattivo per raccontare trent’anni di psichiatria in Italia vissuti in prima persona da un disabile. Una storia raccolta dal Museo Laboratorio della Mente di Roma e Aye Aye Installazioni Interattive nell’istallazione “InSideOut. Il bambino con le braccia larghe” che verrà presentata oggi alle ore 17 presso la Sala della Pace di Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma e aperta al pubblico fino al 22 febbraio. Si tratta, assicurano gli organizzatori, di “una delle prime installazioni ad affrontare un tema delicato come il disagio mentale in forma multimediale e interattiva, lasciando al pubblico la possibilità di interagire direttamente”.

La storia raccontata è quella di Paolo, narrata dal fratello Carlo Gnetti nel libro “Il bambino con le braccia larghe” edito da Ediesse nel 2010. Un percorso che racconta le memorie del manicomio fino alle pratiche terapeutico-riabilitative della psichiatria sociale italiana, passando attraverso la chiusura degli ospedali psichiatrici e il funzionamento dei servizi di salute mentale.

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“La storia da cui noi prendiamo spunto è quella di un paziente che ha attraversato tutta la linea evolutiva del percorso della psichiatria italiana pre-legge 180 e post – spiega Pompeo Martelli, il direttore del Museo della Mente –. Una storia che racconta lo smantellamento dei manicomi e le sorti di molti altri pazienti che uscendo sono entrati nel circuito dell’assistenza permanente per le persone con gravi disturbi mentali”.

La mostra interattiva, spiegano gli organizzatori, permetterà ai visitatori di “entrare” nella storia di Paolo grazie alle testimonianze raccolte, ai suoi scritti e disegni attraverso monitor interattivi. “C’è una vera e propria ricostruzione di una stanza – aggiunge Martelli -. Una stanza dove non si entra, ma ci si muove intorno alle pareti fino ad una finestra dove il visitatore può infilare la testa in una stanza in miniatura che riproduce il luogo dove Paolo è stato ricoverato negli anni”. L’installazione, aggiungono gli organizzatori, “dà forma a un ribaltamento dal dentro a fuori, da osservatori a osservati, rendendo tangibile e visibile il passaggio da una dimensione corale a una dimensione intima e personale. Lo spazio scenico è racchiuso in una stanza che catapulta il visitatore in una dimensione spaziale dove dentro e fuori si alternano su due diversi piani di immagini e di suoni”.

Per Martelli, l’installazione è un’occasione preziosa per conoscere meglio il mondo del disagio mentale. “Nel campo della salute mentale è fondamentale acquisire più conoscenze – ha aggiunto -. Siamo dell’idea che la salute mentale non può essere delegata solo ad una relazione terapeutica. La salute mentale attiene alla comunità e si può svolgere solo all’interno di una sana comunità dove ognuno di noi è un pezzo del corpo curante del disturbo mentale. Dovrebbe essere anche un dovere civico da parte di tutti i cittadini quello di addentrarsi nel campo della salute mentale. Venire a vedere l’istallazione potrebbe rispondere a questo dovere”. Oltre alle caratteristiche di interattività della mostra, degne di nota anche le modalità organizzative. “La nostra è una operazione nata dal basso – spiega Martelli -. Abbiamo messo in piedi un budget dal basso, anche col sostegno della Provincia di Roma, Cariparma, Cgil-Spi e Centro Studi e Ricerche S. Maria della Pietà Associazione Onlus che ci hanno permesso di realizzare questo progetto. Un progetto che riteniamo suggestivo e utile per combattere lo stigma e restituire ai cittadini quella capacità di riflessione sui temi della salute mentale, oggi più che mai è necessario”. La mostra, dopo il 22 febbraio non chiude i battenti perché itinerante e dopo Roma verrà ospitata in altre località in tutta Italia.

© Copyright Redattore Sociale

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Residenzialità – Incontro 7 febbraio con Ignazio Marino

Oggetto: Incontro 7 febbraio

Associazione Solaris ONLUS
AIRSaM Associazione Italiana Residenze per la Salute Mentale

Residenzialità e Vita Indipendente
Proposte innovative per l’assistenza psichiatrica 

Giovedì 7 febbraio

9.30 – 11.30 

Intervengono:

Sen. Ignazio Marino 

Presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale Membro della Commissione Igiene e Sanità del Senato

Paolo Boccara, Marco D’Alema, Andrea Narracci,Fabio Candidi, Antonio Maone, Antonella Cammarota 

Sala Cittadina Municipio III Villa Narducci 

Via di Villa Narducci – Roma
(Traversa di via Lorenzo il Magnifico, Metro Bologna o Stazione Tiburtina)

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