INAIL – DISABILITÀ E SESSUALITÀ, ALCUNI TEMI

DISABILITÀ E SESSUALITÀ, ALCUNI TEMI

 

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In questi giorni si parla più spesso di sessualità e disabilità. Una petizione sta girando in rete per chiedere l’istituzione della figura dell’assistente sessuale e tra un paio di settimane uscirà il film americano “The sessions” che proprio di quella questione tratta.

Bene. A trentacinque anni da un testo di Rossella Benzi e il seguente convegno (gli atti sono stati pubblicati nel 1978), il tema varca le soglie del pudore e del mondo della disabilità per diventare di pubblico dominio. Mi aspetto già commenti e critiche al film incapaci di fare i conti con questa storia di dibattiti, elaborazioni, testi. Mi auguro, tuttavia, che le argomentazioni siano sufficientemente all’altezza di un tema tanto delicato quanto specchio delle difficoltà sociali (di cui la sessualità è una dimensione) delle persone con disabilità di esprimersi, di incontrare l’altro.

Stante l’interesse della figura dell’assistente sessuale, il dibattito sulla questione dovrebbe però andare più lontano e occuparsi di relazioni, di libertà e di diritti negati. Ci si dovrebbe occupare di sessualità non solo di maschi con vario grado di disabilità fisiche, ma anche di sessualità femminile (ricordandosi che le donne con disabilità sono più spesso vittime di violenze sessuali). Ci si dovrebbe interrogare attorno alla sessualità di tutte le tipologie di disabilità (intellettive, psichiche, sensoriali, fisiche). Ci si dovrebbe interrogare attorno ai diversi tipi di orientamento sessuale. Ci si dovrebbe interrogare delle relazioni di coppia, dell’amore (di cui la sessualità costituisce un aspetto). Ci si dovrebbe interrogare della libertà e della spontaneità che è necessario acquisire nella sfera sessuale, anche quella delle persone con disabilità. Pensando a soluzioni concrete e lontano da moralismi e perbenismi sarebbe necessario dunque pensare la sfera sessuale nel suo alveo specifico, che è quello della relazione sociale. Magari con un po’ più di radicalità. Anche su questo tema R. Benzi ce l’aveva insegnata, l’abbiamo un po’ persa.

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SESSO e DISABILITA’ – Firma la Petizione sull’ASSISTENZA SESSUALE

sessoMEDIAevo n. 20 – Dal sito di Repubblica rimbalza la campagna cui ha aderito anche l’Associazione Luca Coscioni, attivissima a tutela dei diritti dei malati e dei disabili. Voi che ne

pensate? In Olanda è addirittura a carico del servizio sanitario nazionale. Siete favorevoli o contrari all’assistenza sessuale alle persone con disabilità? Votate il sondaggio qui in calce.
“L’assistenza sessuale alla persona affetta da disabilità in Italia, a differenza di altri paesi europei, resta un argomento tabù.
Ora però una petizione spinge perché si apra un dibattito sereno che, aldilà delle polemiche, possa portare a proposte concrete e soluzioni legislative per i disabili italiani.
L’iniziativa della sottoscrizione online è stata lanciata a novembre da Max Ulivieri, web designer con una grave disabilità: “In poco più di due mesi – dice il promotore – , e senza nessuna pubblicità, si sono già raccolte circa 1.500 adesioni alla proposta di istituire, anche nel nostro Paese, la figura dell’assistente sessuale”.
Ad aderire all’appello in rete (firmiamo.it/assistenzasessuale) sono state in maggioranza persone comuni, senza alcun handicap e che hanno semplicemente sposato la causa.
L’argomento è delicato e si presta a facili strumentalizzazioni perché nell’opinione pubblica passa facilmente l’equiparazione fra l’assistenza sessuale e la prestazione sessuale fornita da terzi.
In realtà, spiegano i promotori dell’iniziativa, si configura come una pratica soprattutto relazionale, empatica e comunicativa che risponde a un problema reale dei disabili. “Le pulsioni sessuali costantemente represse e impedite nella loro manifestazione, sia autonoma sia relazionale – si legge nella petizione – si risolvono infatti in un costante e ossessivo stress psichico che affligge non poco l’esistenza di chi non ha autonomia nell’uso del proprio corpo. Determinate forme di disabilità, rendono impossibile l’uso delle mani, quasi tutte le forme di disabilità rendono difficoltosa, se non impossibile, l’interazione fisica e sessuale con partner adeguati, più spesso con qualunque tipo di partner consenziente”.
Di tutto questo, finora, in Italia non si è parlato, mentre in alcuni paesi europei la figura dell’assistente sessuale esiste e a volte è disciplinata dalla legge. “In Svizzera, Danimarca, Olanda, Svezia e Germania – spiega Ulivieri – ci sono associazioni che si occupano di questo tipo di assistenza. Addirittura in Olanda il servizio è a carico del servizio sanitario nazionale”.
“L’assistenza sessuale a persone con disabilità – precisa Ulivieri – è praticata da operatori volontari che hanno seguito dei corsi in ambito medico, sessuologico, etico e psicologico e che hanno sviluppato una grande sensibilità verso gli altri. Una terapia vera e propria rivolta al benessere psicofisico di persone che, per un motivo o per l’altro, si trovano a non essere autonome nell’espressione dei propri bisogni di tipo sessuale e, in senso lato, erotico-affettivi. Persone che possono riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e di disagi quotidiani, attraverso il contatto, le carezze, il massaggio, gli abbracci, i giochi erotici o anche semplicemente la presenza, l’affetto e l’umanità”.
Si tratta quindi di un’assistenza specializzata nella quale, sottolinea Ulivieri, due requisiti sono fondamentali: “L’assistente oltre ad avere uno spiccato senso dell’altruismo, deve certamente avere una grande apertura mentale. Va detto – precisa Ulivieri – che l’assistenza sessuale non prevede rapporti completi”. L’iniziativa deve comunque fare i conti con la realtà italiana e il problema più grosso in partenza sembrano appunto i tratti in comune con la prostituzione. “In Italia – ricorda Max Ulivieri – la prostituzione è illegale. Anzi, per essere più precisi, il favoreggiamento della prostituzione è fuorilegge. Ecco perché c’è assoluto bisogno di istituire con regole certe questo tipo di assistenza”.

Dopo la petizione online, che resta un’iniziativa privata, il prossimo passo sarà l’istituzione di un comitato per la raccolta ufficiale delle firme, da consegnare alle istituzioni. “I primi referenti – ipotizza Uivieri – potrebbero essere le Regioni”. Intanto si lavora per trovare sostegno e testimonial: “Al momento – conclude Ulivieri – possiamo già contare su un’attrice, due scrittori e quattro noti conduttori tv”. Fonte: http://www.Repubblica.it, accesso delle h.20 del 28 gennaio 2013.

Per firmare la petizione:

www.firmiamo.it/assistenzasessuale

L’assistenza sessuale alla persona affetta da disabilità fisica o mentale nasce per permetterle di fruire di una pratica necessaria, più spesso indispensabile, al suo benessere psicofisico. Le pulsioni sessuali costantemente represse e impedite nella loro manifestazione, sia autonoma sia relazionale, si risolvono in un costante e ossessivo stress psichico che affligge non poco l’esistenza di chi non ha autonomia nell’uso del proprio corpo.

Determinate forme di disabilità, rendono impossibile l’uso delle mani, quasi tutte le forme di disabilità rendono difficoltosa, quando non proibitiva, l’interazione fisica e sessuale con partner adeguati, più spesso con qualunque tipo di partner consenziente.

L’assistenza sessuale si configura come una pratica soprattutto relazionale, empatica e comunicativa. Attraverso il periodo in cui si svolgerà la sessione d’incontro tra la persona che lo richiede e l’assistente, il fulcro dell’interesse sarà nello stabilire un rapporto empatico.

Quello che l’assistente debitamente preparata deve riuscire a trasmettere all’altro è innanzitutto l’accettazione del suo corpo attraverso l’esplorazione manuale, l’accarezzamento, il massaggio.

Concedere un momento di profondo benessere e attenzione all’altro inteso nella sua dimensione olistica, globale: l’uso delle mani sarà accompagnato dalla voce, da musica, dal racconto.

L’assistenza viene non a caso definita sessuale. Il che significa che il corpo sarà preso in considerazione nella sua interezza. L’area genitale, generalmente la più trascurata nelle pratiche di massaggio e quella trattata con più distacco o imbarazzo in chi assiste la persona disabile nelle sue funzioni corporali quotidiane, sarà al centro di particolare attenzione e manipolazione, al fine di rimuovere tensioni e pulsioni concentrate e dannose che solitamente si manifestano come interesse ossessivo verso il sesso e l’area genitale in tutti quei casi in cui non trovino modo di essere canalizzate per molto tempo.

L’assistenza sessuale non prevede alcuna tipologia di contatto a rischio contagio, scambio di fluidi né penetrazione. La sfera sessuale è approcciata attraverso lo scambio emozionale e comunicativo, il sentimento dell’accettazione del corpo, la conduzione all’apice del piacere sessuale attraverso le mani.  La durata indicativa della sessione d’incontro è un’ora e mezza.”

Il nostro gruppo su facebook “Assistenza Sessuale”. E’ una scelta.

ALCUNI COMMENTI:

Daniele Terriaca Condivido pienamente…è importante garantire il piacere per una buona qualità di vita.

12 minuti fa – Rispondi
STEFANO MARCHICA mi sembra giusto, ma dovrebbero essere volontari
40 minuti fa – Rispondi
 Alessandro Roggi Fare sesso è un diritto per ogni essere umano
circa un’ora fa – Rispondi
 Stefano Casalone perchè siamo tutti esseri umani, in tutto, anche chi ha di meno!
circa un’ora fa – Rispondi
 Angelo Grazzini Indispensabile.
circa un’ora fa – Rispondi
 Marcella Hitsugaya Più che giusto. Doveroso e necessario. Aderisco con entusiasmo perché anche questa è una battaglia per la dignità umana che non può e non deve essere calpestata!!
circa un’ora fa – Rispondi
 Paolo Ottomano Sarebbe bello che ci fosse assistenza e soprattutto educazione e informazione anche per chi non è disabile, dato che i rapporti cominciano quando siamo ancora adolescenti spacconi e disinformati 😀
circa un’ora fa – Rispondi
 Sergio Di Folca è cosa buona e giusta
4 ore fa – Rispondi
 Luisella Sole Poter fare sì che il corpo non sia solo oggetto di accudimento e cura medica e fisioterapica, ma anche sfiorato e toccato da mani affettuose e calde (sia pure per lavoro) credo sia positivo e bello per ognuno, malato disabile o semplicemente vecchio. D’altra parte da tempo la figura di assistente sessuale da anni esiste negli Stati limitrofi… Mi sono letta il programma formativo che applicano in Svizzera; è di tutto rispetto, per un numero rilevante di ore. Credo infatti che queste persone devano essere ben preparate anche psicologicamente, oltre che sessuologicamente.
leri alle ore 9:59 – Rispondi
 Marco Busilacchi mi sembra un’iniziativa giusta e civile
Sabato alle 23:09 – Rispondi
 Jessica Passanisi E’ facile mettere una firma e sostenere l’iniziativa nei panni di una persona “normodotata”(termine odiosissimo ma purtroppo comunichiamo per codice linguistico e questi sono i portatori di significato), io la metto nella piena consapevolezza che a tutti potrebbe succedere di non esser più autosufficienti o di essere a contatto con chi non lo è più, la mia è una firma che riflette l’assoluto sostegno non ipocrita o pervaso di spirito caritatevole. Firmo non solo per le persone affette da disabilità fisica o mentale, ma anche per me!
Sabato alle 19:16 – Rispondi
 Aniello Manfellotti È giusto
Sabato alle 6:39 – Rispondi
 Michela Abis un diritto è un diritto se lo è per tutti!
Venerdì alle 21:04 – Rispondi
 Giacomo Andrei L’assistenza sessuale. Un’altra battaglia di civiltà…
Venerdì alle 19:36 – Rispondi
 Diego Monselice è un bisogno primario dell’essere umano. Normalità è anche poter soddisfare questo bisogno, e chi non lo può fare da solo…?
Venerdì alle 16:44 – Rispondi
 PASQUALE PAOLI sono d’accordo
Venerdì alle 15:49 – Rispondi
 Stefania Cinci sacrosanto!!!
Venerdì alle 14:31 – Rispondi
 ALBERTO ALDEGHI Credo che sia necessario perchè la sessualità è un aspetto fondamentale della vita di ciascuno di noi e non ci si può più nascondere dietro falsi moralismi e falsi pudori. Firmo con convinzione!
Venerdì alle 13:03 – Rispondi
 Nicola Bianchi Un atto di civiltà. Grazie per esservi messi in moto!!! (Nicola B., Firenze)
Venerdì alle 11:28 – Rispondi
 Debora Priori E’un grande gesto di solidarità
Venerdì alle 8:36 – Rispondi
 Lucio Bertè Sono convinto che risponda ad una esigenza umana fondamentale che la famiglia non può o non riesce ad assolvere per un tabù che porta a rimuovere il problema e a negare la sessualità del congiunto disabile,lascandogli irrisolta una sofferenza per una deprivazione sensoriale fondamentale,quale è quella del piacere sessuale come risultato del rapporto intimo con l’altro da sè, per uno sviluppo dell’affettività equilibrato e fondante di ogni vera e possibile integrazione sociale. La mancanza di questo aspetto credo sia la principale causa della percezione dolorosa della propria diversità ed esclusione dalla vita. Risultano falsati tutti i rapporti con i famigliari che – nonostante assolvano in tutto o in parte altre funzioni vitali – vengono vissuti come coloro che scoraggiano,ostacolano, impediscono, negano la sua legittima ricerca del piacere, anche reprimendolo e inducendo in lui sensi di colpa,e spingendolo a vivere la sua pulsione naturale come ossessione. Dunque occorre anzitutto persuadere le famiglie che questa assistenza è fondamentale per riequilibrare i rapporti affettivi tra i suoi membri e soprattutto per il bene del loro congiunto,per lo sviluppo delle sue relazioni sociali tanto nell’immediato quanto nella prospettiva che preoccupa principalmente i genitori, quella del momento in cui loro verranno a mancare.
Venerdì alle 8:03 – Rispondi
 Ulivieri Maximiliano Grazie Lucio per il sentito commento.
Venerdì alle 9:52
 Raffaella Mastroianni è cosa buona e giusta!!!
Giovedì alle 22:21 – Rispondi
 Cristina Mancini per alcuni tipi di disabilità è indispensabile e aiuta a vivere megli
Giovedì alle 22:19 – Rispondi
 Giuliano Lombardi mi sembra giustissimo
Giovedì alle 22:16 – Rispondi
 EMANUELE FANELLI Ho prestato servizio anni fa presso un centro diurno per disabili e confermo che il contatto fisico era uno degli aspetti più ricercati e importanti nella relazione con loro. qui si va oltre, ma naturalmente ci si deve e ci si vuole rifere a situazioni di piena consapevolezza e consenso dei soggetti disabili.
Giovedì alle 21:36 – Rispondi
 Ulivieri Maximiliano Grazie Emanuele.
Venerdì alle 9:53 Mena Nunziata penso ke ognuno debba avere la scelta di decidere ogni uomo ha diritto di decidere cosa fa + bene al proprio corpo la mente,sono favorevole
Giovedì alle 19:18 – Rispondi
Max Freschi mi sembra giusto e democratico
Giovedì alle 15:44 – Rispondi Mario Frusi per la dignità di chi già soffre a causa di una disabilità
Giovedì alle 15:12 – Rispondi
 Sandro Barone Aderisco.
Giovedì alle 14:57 – Rispondi Alessandra Panaro un atto di civiltà doveroso..
Giovedì alle 14:55 – Rispondi
Michele Passarelli aderisco volentieri a questa campagna per il progresso. grazie.
Giovedì alle 14:02 – Rispondi
 Matteo Micheli Mi associo completamente a questa campagna di cresita civile, sociale, morale e personale. Veramente complimenti
Giovedì alle 13:43 – Rispondi
 Paolo Nodari Non mi addentro nell’argomento ma sono d’accordo sull’iniziativa.
Giovedì alle 13:38 – Rispondi
 Sergio Schincaglia Scelta di civiltà.
Giovedì alle 11:53 – Rispondi
 Rita Pappalardo anche questo si chiama libertà
Giovedì alle 11:44 – Rispondi
 Laura Nicoletto purtroppo sono necessarie campagne come questa… speriamo che un seguito positivo sia solo il primo passo verso una trasformazione della nostra società (cioè degli individui!)
Giovedì alle 10:58 – Rispondi
 Cristiana Marzocchi Mi sembra giusto, hanno le stesse pulsione degli uomini sani. Cristiana
Giovedì alle 10:20 – Rispondi
 Giuseppe Potenza Condivido in pieno su questo argomento che è tabù in questa società perbenista. Ma temo, come con l’ altro argomento tabù che è la prostituzione, tutti lo sanno ma tutti fanno i sepolcri imbiancati.
Giovedì alle 9:20 – Rispondi
 Mario Donega condivido pienamente e sottoscrivo
Giovedì alle 8:15 – Rispondi
 Gionata Grassi Da operatore del settore non posso che sottoscrivere!
Mercoledì alle 22:21 – Rispondi
 Massimo Zumerle Grazie di avere pensato a ciò. Dio vi benedica
Mercoledì alle 21:08 – Rispondi
 Francesco Gibellieri ho un amico disabile e capisco il problema .
Mercoledì alle 21:04 – Rispondi
 Ivo Guzzinati Sarebbe ottimo ma con questa chiesa la vedo dura
Mercoledì alle 20:00 – Rispondi
 CLAUDIO BARILERO Anche questo è civiltà !
Mercoledì alle 19:35 – Rispondi
 Francesco Micheli Condivido pienamente la proposta: ritengo anche io che una figura simile possa essere di aiuto anche a molte altre persone.
Mercoledì alle 19:32 – Rispondi
 Fiorenza Colloridi Vorrei entrare in contatto con associazioni di disabili per capire se è possibile offrire la mia disponibilità per un percorso formativo come operatrice sessuale non appena venisse revisto o legalizzato o anche non legalizzato ma previsto, magari effettuando la formazione all’estero, e formalizzabile in qualche altro mondo.
Mercoledì alle 18:26 – Rispondi
 Francesco Figini Personalmente penso che sia giusta una figura cosi per tutti quanti, ma ovviamente per noi disabili lo è ancora di più dato che siamo rallentati in molte cose. Sono estremamente d’accordo con ciò! Francesco da Milano
Mercoledì alle 18:22 – Rispondi
 Bartolomeo Scalzi Affetto necessario come il pane
Mercoledì alle 17:21 – Rispondi
 Ruggero Fabri Finalmente una proposta seria, laica e soprattutto indispensabile per le persone disabili. Io ricopro il ruolo di coordinatore di un Centro per disabili a Pesaro(da tanti anni….).
Mercoledì alle 15:48 – Rispondi
 Giovanni Maniglia sono fermamente convinto che in molti casi può essere un sano toccasana e un modo di dare a questi ragazzi parte della vita che le viene negata grazie a presto
Mercoledì alle 15:01 – Rispondi
 Mate Carvutto è giusto
Mercoledì alle 14:38 – Rispondi
 Stefano Pierini Un esempio di civiltà.
Mercoledì alle 14:14 – Rispondi
 Rosa Foti Sono d’accordo sul fatto di dare a tutti gli stessi diritti ed opportunità anche sessualmente, per una qualità di vita migliore specie a chi è meno fortunato.
Mercoledì alle 13:41 – Rispondi
 Federica Oliva BASTA AL MASSACRO ANIMALE!
Mercoledì alle 13:12 – Rispondi
 Alfredo Cassano Giusta iniziativa
Mercoledì alle 12:52 – Rispondi
 Benito Ravone concordo con l’iniziativa, la reputo giusta e bilanciata. l’unica mia perplessità è il coinvolgimento emotivo del paziente…cioè, visto che nessuno gli ha mai dato “certe emozioni”, potrebbe quest’ultimo subire un innamoramento che chiaramente non sarà corrisposto? non credo che può tutto risolversi in una pratica meccanica!!! boh, forse mi sbaglio????
Mercoledì alle 12:35 – Rispondi
 Laura Caceffo L’appagamento sessuale è un diritto che riguarda ogni essere vivente:Lowen insegna!
Mercoledì alle 12:12 – Rispondi
 Romina Vivona La possibilità di provare piacere sessuale non può e non deve essere negata a nessuno. Che ben venga questa figura professionale.
Mercoledì alle 12:08 – Rispondi
 Mauro Ferraris l’argomento è veramente delicato e personale, ma farsene carico a livello collettivo rappresenta una presa di coscienza obbligatorio. Tra i mille tabù che devono essere socialmente affrontati, questo è certamente uno dei più sensibili
Mercoledì alle 12:04 – Rispondi
 Sabrina Salerno Barletta c’è.
Mercoledì alle 12:00 – Rispondi
 Sonia Lovo è una figura spesso necessaria.ottima idea.
Mercoledì alle 10:59 – Rispondi
 Mariarosa Di matteo sono d accordo è un diritto di tutti
Mercoledì alle 10:15 – Rispondi
 Erika Merola Sono d’accordo!
Mercoledì alle 8:47 – Rispondi
Stefano Valentini siamo tutti “persone”.
Mercoledì alle 7:59 – Rispondi
 Ruggero Mameli Purtroppo l’italia ignora da sempre l’esigenza di amare. In Europa non vi e’ paese piu’ retrogado che calpesta con decisione e violenza l’amore in qualsiasi forma che non sia quella dettata da vaticano, che con altrettanta decisione e violenza entra nella nostra quotidianita’ e in quella Della Repubblica, calpestando il diritto alla sovranita’. Firmiamo numerosi e facciamo si che il nostro diritto ad amare e ad essere amati finalmente prevalga. Amare, indistintamente amare. Sempre!
Mercoledì alle 5:46 – Rispondi
 Luca La ferlita È un passaggio obbligato. Un gesto di civiltà legato alla logica, all’onestà intellettuale degli individui.
Mercoledì alle 1:37 – Rispondi
 Massimiliano Sanseverinati mi sembra un’ottima proposta
Mercoledì alle 1:00 – Rispondi
 Mirco Baldini Sarebbe una scelta di civiltà.
Mercoledì alle 0:51 – Rispondi
 Marco Burini un passo verso il riconoscimento di una necessità finora negata da una classe politica “cattobigotta”. Marco
Mercoledì alle 0:43 – Rispondi
 Antonio Caridi speriamo sia fatta questa legge prima possibile queste persone non devono soffrire solo per del bigottimismo. io non oh figli disabili ma se li avrei non ci penserei 2 volte ah portarli ah mignotte se necessario ah costo di sfociare nell’illegalita perchè anno bisogni come tutti.
Mercoledì alle 0:03 – Rispondi
 Anna E Ne hanno veramente bisogno
Martedì alle 23:46 – Rispondi
 Francesco Morgante È un diritto che è stato negato fin troppo a lungo. Ora basta.
Martedì alle 22:48 – Rispondi
 Luciano Mazzucato Come sempre, il nostro paese dimostra di essere sempre agli ultimi posti nella classifica per civiltà e diritti
Martedì alle 22:37 – Rispondi
 Karen Carboni Ecco un altro passo nella mia battaglia per i diritti dei disabili. Karen Educatrice
Martedì alle 21:44 – Rispondi
 Lucia Macli LA civiltà è anche questo.
Martedì alle 20:55 – Rispondi
 Pamela Proto anche in un ambito delicato come questo, l’italia dimostra un’arretratezza patologica e vergognosa. il sesso non è altro che un’esigenza biologica come tante, così come la possibilità di instaurare una relazione affettiva o erotica con qualcuno, ed è uno dei tanti ambiti della vita in cui le persone con disabilità sono più svantaggiate. il fatto di relazionare la questione con la prostituzione dimostra, ancora una volta, l’ignoranza e la stupidità di tante persone, di cui le istituzione hanno buon gioco ad avvantaggiarsi.
Martedì alle 20:26 – Rispondi
 Francesco Gazzillo Un’iniziativa di civilta’
Martedì alle 20:12 – Rispondi
 Alessandro Luciani sarebbe molto utile………la solitudine sarebbe alleviata:-)
Martedì alle 19:25 – Rispondi
 Diego Maroni la felicità è un diritto, e ognuno deve poterla raggiungere nel modo che preferisce (nei limiti del legale, ovviamente)
Martedì alle 19:02 – Rispondi
 Roberto Robertino Un diritto.
Martedì alle 19:02 – Rispondi
 Daiana Viero tutti hanno diritto a questo infinito piacere.
Martedì alle 19:00 – Rispondi
 Giovanni Attardi E’ giusto che tutti abbiano una vita sessuale pienamente appagata e l’idea mi piace perchè rispetta anche i bisogni di chi, spesso, attraversa maggiori difficoltà in questo contesto. Ovviamente questo esiste già da tempo in paesi decisamente più sviluppati di noi a livello sociale
Martedì alle 18:50 – Rispondi
 Andrea Morelli è giusto che tutti abbiano la possibilità di sfogare le proprie pulsioni
Martedì alle 18:04 – Rispondi
 Ilaria Marzari condivido pienamente.
Martedì alle 17:53 – Rispondi
 Gianni Checchi L’Italia deve compiere grossi passi avanti su aspetti della vita finora oscurati.
Martedì alle 17:39 – Rispondi
 Abisciu Cipriani Cipriani Abisciu – massaggiatore domiciliare a Roma
Martedì alle 17:29 – Rispondi
 Salvatore Petrosino Max…che coraggio!!
Martedì alle 16:55 – Rispondi
 Alessia Arena Aiutiamo a sensibilizzare
Martedì alle 16:52 – Rispondi
 Riccardo Cavallara Onestamente non penso che servirà a qualcosa ma ho deciso di firmare la petizione. In Italia la questione è complessa, la “chiesa” e i “credenti con il cercello disattivato” condizioneranno i politici “cattolici quando fa comodo” per bloccare tutto….
Martedì alle 16:48 – Rispondi
 Fabio Gemma Aderisco!!!
Martedì alle 16:38 – Rispondi

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LA PELLICOLA

Helen Hunt: «Sesso e disabili
Un film per combattere i tabù»

Fa già discutere «The Sessions», la storia vera di uno scrittore invalido e di una terapista del sesso

helen hunt

 

LONDRA – «Nel nostro film The Sessions ci sono un poliomelitico, una terapista del sesso (assunta per fargli perdere la verginità con sei lezioni pratiche) e un sacerdote che consiglia al disabile di assecondare i desideri più intimi. Eppure nessuno ha gridato allo scandalo in un’America puritana sempre pronta a mettere veti» dicono i protagonisti Helen Hunt e John Hawkes.

Sullo schermo si narra la vera storia di Mark O’Brien, morto nel 1999, poeta e scrittore, costretto spesso a vivere dentro un tubo d’acciaio, ardente cattolico. Un giorno, nella San Francisco della liberazione sessuale anni Settanta, decide di usufruire dei servizi di una donna «che non era una prostituta, ma svolgeva il lavoro di assistente sessuale», spiega Helen. Racconta: «Ho conosciuto la vera protagonista, Cheryl Cohen Greene, sposata e con figli sin da quando a 42 anni lavorò con Mark. Una donna straordinaria, come altre, che in seguito hanno amato lo scrittore».

Ogni anno agli Oscar c’è un piccolo film indipendente che spesso batte i kolossal e quest’anno potrebbe toccare a The Sessions , scoperto al Sundance 2012, ripreso dal Festival di Toronto dove è stato subito acquistato per il mondo dalla 20th Century Fox, che ora lo lancia al Festival di Londra e sugli schermi Usa, in attesa di distribuirlo a breve in Italia.
Helen Hunt (ex attrice bambina, che dopo tanto cinema e l’Oscar per Qualcosa è cambiato aveva scelto di tornare al teatro) è a Londra per il lancio del film, con Hawkes e il regista Ben Lewin, che ha sempre lavorato pur essendo segnato dalla poliomelite.

Dice l’attrice: «Mancavano i soldi, nessuno credeva a questo progetto ma la pubblicazione postuma di un articolo di Mark O’Brien, «On seeing a sex surrogate», scatenò vivaci reazioni in Usa da parte di associazioni per la tutela dei disabili, commosse milioni di persone e fece conoscere la vitalità e altre opere di Mark. Sì, nel film accade che Cheryl si innamori di quell’uomo menomato nel corpo ma non nello spirito. The Sessions rompe molte regole, eppure alle anteprime-test in diversi istituti scolastici superiori, considerato il visto Restricted , le reazioni sono state positive».

«Mark – spiega John Hawkes – lavorava come scrittore ed editor di un giornale a San Francisco quando a 38 anni decise, parlando con il suo sacerdote, di vivere in pieno anche la sua vita sessuale». Il tema sta sollevando discussioni negli Usa, a Londra tutte le proiezioni per il pubblico sono state «sold out» eThe Times ha scritto: «Un serio dibattito comincia ora».
«Nessuna scena di nudo – dice Helen – mi ha mai imbarazzata. Il problema del sesso per i disabili è un tabù solo per chi ha remore psicologiche. Bisogna, invece, educare anche i giovani a parlarne. Inoltre, il film, con la sua ambientazione tra Boston, dove era cresciuto Mark, e Berkeley e San Francisco dove lavorò in seguito, affronta le teorie dei sessuologi William Masters e Virginia Johnson». Il libro della terapista Cheryl Cohen Greene intitolato «An intimate life» ha contribuito ad allargar il dibattito. «E guai a chi mi definisce una prostituta» ha scritto l’autrice. Una cosa è certa: The Sessions è un tipico film da Academy e sarà interessante vedere il responso di chi vota per gli Oscar.

Giovanna Grassi
20 ottobre 2012 (modificato il 29 ottobre 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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